Dopo una primavera caratterizzata da piogge persistenti, i frutticoltori aragonesi si preparano a una stagione delle drupacee con prospettive positive. Secondo l’Unione degli agricoltori e allevatori di Aragona (UAGA-COAG), la regione prevede un raccolto di circa 630.000 tonnellate, il 3,5% in più rispetto al 2024.
Questa crescita è attribuita principalmente alle abbondanti riserve idriche, che hanno favorito colture come le pesche (stimate in 240.000 tonnellate, +6,09%) e le nettarine (160.000 tonnellate, +8,22%).
Non tutti i frutti condividono le stesse prospettive. La produzione di albicocche è prevista in calo del 23,25% (a 27.000 tonnellate) a causa della scarsa allegagione causata dalle piogge primaverili. Anche le ciliegie subiranno un calo dell’8-9%, con una resa stimata tra le 31.000 e le 35.000 tonnellate.
La campagna richiederà circa 20.000 lavoratori stagionali tra lavoro sul campo, logistica e magazzino. Nonostante la riduzione dell’8% delle superfici coltivate negli ultimi anni, l’Aragona rimane un leader nazionale, producendo fino a quattro volte più frutta a nocciolo della Francia, secondo Óscar Moret, segretario provinciale dell’UAGA Huesca.
Tuttavia, il settore si trova ad affrontare sfide continue: la riduzione delle aree investite, la pressione dei fondi di investimento, la limitata copertura assicurativa agricola e gli squilibri nella catena del valore.