DUE STAGIONI ANOMALE PER LE PATATE. CITTERIO: “TANTE INCOGNITE SUL PRODOTTO DA SEMINA”

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Il 2024 e anche il 2023 sono stati due anni complessi per il mondo delle patate, in particolare per quelle da semina. Ma anche il 2025 rischia di mantenere un trend che promette più incognite che certezze.

Ad analizzare la situazione del comparto pataticolo europeo e italiano è Domenico Citterio (nella foto), a capo dell’omonima azienda di San Martino Buon Albergo (Verona), vice presidente di Fruitimprese Veneto e già alla vice presidenza di Europatat, nonché Protagonista del Corriere Ortofrutticolo.

Problemi di qualità per le patate da semina

Per l’imprenditore veronese quella che si sta concludendo è stata un’annata anomala in tutta Europa, “sia per i prezzi, sia per la disponibilità di prodotto, sia per la qualità. Ultimamente abbiamo registrato problemi di qualità sulle patate da semina che potrebbero condizionare fortemente anche il 2025. Il clima – caratterizzato da piogge primaverili, caldo estivo e altre piogge autunnali – ha condizionato notevolmente la stagione, in particolare per quanto riguarda le rese e la qualità del prodotto, con un limitato sviluppo delle piante. Le rese sembravano ancora buone a settembre ma le abbondanti piogge autunnali hanno dato il colpo di grazia”.

Secondo Citterio le aree dedicate al prodotto tardivo sono state le più penalizzate, soffrendo sia del ritardo delle semine primaverili sia delle piogge invernali che hanno ritardato le scavature.

“Nel 2025 prevedo un protrarsi del problema della disponibilità di patate da semina a causa delle piogge. Sembra pertanto che le patate da semina non avranno una qualità eccezionale. Le prime sensazioni in tal senso si hanno adesso e si potrebbero confermare l’anno prossimo”.

Aumenta la pressione dell’industria

A livello europeo proseguono le difficoltà nella disponibilità di patate da semina. “Ciò è dovuto ad un netto aumento della domanda di prodotto da industria che sta sottraendo superfici al fresco e soprattutto alle patate da semina, con un mercato in tensione con prezzi in rialzo che a loro volta influenzano sul prodotto finito”. Per l’imprenditore veneto “si sta creando una concorrenza per la quale le industrie cercando di accaparrarsi più aree possibili per ottenere le produzioni destinate alla trasformazione. Ma ciò sottrae superfici alla moltiplicazione creando carenze di semi per produrre patate da fresco e pure da industria. Siamo in una situazione che difficilmente si bloccherà a breve. Potrebbe proseguire per anni con tensioni sui mercati e con prezzi generalmente elevati. Tutto questo in un contesto europeo sempre più complesso, dove sono sempre meno i prodotti di difesa dai parassiti che si possono utilizzare. I continui divieti imposti dall’UE incidono sulla qualità, sulle rese e sul costo del prodotto finito e pertanto sui prezzi al consumatore”.

A livello europeo “le zone orientali del vecchio continente stanno avendo un andamento particolarmente sfavorevole con rese molto basse e oggi stanno comprando merce dall’Europa occidentale (come ad esempio in Francia e Germania), contribuendo a mantenere abbastanza vivace il mercato”.

Per quanto riguarda nello specifico l’Italia “dopo un paio d’anni con rese buone nel 2023 e discrete nel 2024, con prezzi interessanti per i produttori, tutto fa pensare di sbilanciarsi verso un cauto ottimismo anche per il 2025, con un mantenimento delle produzioni”.

In conclusione uno dei veri limiti e incognite, in generale, sarà la disponibilità delle patate da semina.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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