Per la nuova proposta UE sull’etichetta nutrizionale bisognerà con tutta probabilità aspettare fino alla primavera 2023.
E l’Italia intensifica la mobilitazione affinché sia quanto di più lontano dal Nutri-score, il sistema che usa a colori dal rosso al verde e una scala A-E per promuovere o bocciare gli alimenti.
Il progetto di regolamento era atteso per fine anno, ma la situazione è “complessa”, ha ammesso Roser Domenech Amado, direttrice a interim ‘One Health’ della direzione generale salute e consumatori della Commissione europea, intervenendo alla tavola rotonda sull’etichettatura nutrizionale per gli alimenti organizzata dalla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Ue all’Europarlamento.
Gli Stati vogliono un’armonizzazione, ma sono spaccati.
Francia, Belgio, Germania e Lussemburgo spingono per il Nutri-score. La Spagna ha più volte dichiarato di volerlo adottare, ma il governo di Madrid è diviso. Anche l’Olanda ha espresso pubblico apprezzamento, ma al momento non lo ha ancora raccomandato. Tutti questi Paesi lavorano insieme a “correttivi” dell’algoritmo che assegna colori e punteggi. Per ora ci ha guadagnato qualche posizione l’olio d’oliva, in modo da convincere gli iberici. Ma l’etichetta a colori è apertamente osteggiata da un gruppo di sette capitali guidato da Roma, che da oltre 10 anni (dal ‘semaforo’ inglese) e con qualsiasi governo si oppone a apporre bollini rossi e verdi sui prodotti alimentari. Il Nutri-score poi non convince Svezia, Danimarca e Lituania, che insieme ai Paesi dello spazio economico europeo Norvegia e Islanda, usano da 30 anni un bollino con il solo colore verde per gli alimenti sani, del quale si dicono molto soddisfatti. Inoltre, ha ricordato Amado, “ci si avvia verso la fine della legislatura” e per la Commissione europea “è molto importante presentare una proposta equilibrata”, e “non radicale”. Per evitare uno scontro all’Europarlamento come quello che si è creato sul Nutri-score, che rischierebbe di bloccare tutto fino a dopo le elezioni del 2024.
Una lettura confermata dall’incontro all’Europarlamento, dove erano presenti non solo eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti, ma anche francesi, tedeschi e spagnoli, tutti apertamente scettici sulle virtù dell’etichetta a colori. “Posso parlare per il nuovo governo – ha detto Nicola Procaccini (FdI) – quando dico che ci sarà una ferma opposizione a qualunque strumento di classificazione che va a danno dell’agricoltura italiana ed europea”. La nuova normativa dovrà dare al consumatore “informazioni chiare ma che non siano condizionanti su quello che mangia”, ha scandito la vicepresidente dell’Europarlamento Pina Picierno (Pd) esprimendosi contro i sistemi valutativi, come è il Nutri-score. Che per il coordinatore agricoltura del Ppe Herbert Dorfmann (SvP) è “uno strumento della grande distribuzione per dirci cosa dobbiamo mangiare, e di certo non suggerirà prodotti su cui ha poco profitto”. Il “Nutri-score è solo uno dei sistemi” esistenti “ce ne sono diversi, ma questo non vuol dire che il nostro sistema sarà basato sul Nutri-score”, ha risposto Amado. Non una novità assoluta: in oltre due anni dall’annuncio di una nuova legislazione sulle etichette la Commissione si è sempre ben guardata dall’esprimere pubblicamente preferenza per un sistema o un altro. A quanto pare, si dovrà aspettare ancora.
(fonte: Ansa)