EXPORT MELE, INDIA PENALIZZATA. ZANOTELLI: “RIMANE UN MERCATO STRATEGICO, NON VA ABBANDONATO”

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L’India è un Paese con infinite potenzialità per l’ortofrutta italiana e in particolare per le mele, ma in buona parte ancora inespresse. Ad influenzare negativamente l’export verso Oriente è ancora la momentanea chiusura del Canale di Suez. E la situazione al momento non appare sbloccarsi.

Per Nicola Zanotelli (nella foto), agente e consulente ortofrutticolo, responsabile acquisti in Europa di IG International, “l’India è sempre molto interessata al prodotto europeo, italiano compreso. Il costante tasso di crescita economica del Paese sta creando un aumento del potere d’acquisto e un conseguente allargamento delle possibilità di aumento del business su quel mercato, che è importantissimo continuare a presidiare”, osserva il manager, già direttore dell’ex consorzio From. Ma le potenzialità si scontrano con alcuni fattori che attualmente frenano l’export italiano di mele (e non solo) verso il Paese asiatico.

“La chiusura del Canale di Suez ha di fatto raddoppiato i tempi di transito delle merci, passati da 25 a 50 giorni. A questo fenomeno si collega anche l’aumento del costo dei trasporti di almeno un 15%”. A ciò si sommano altre criticità per gli esportatori: “I cambiamenti climatici in atto – precisa Zanotelli – hanno creato problematiche sulla tenuta della qualità della frutta. Pertanto si sono ridotti i volumi di prodotto adatti a viaggi così lunghi e impegnativi. Per non incappare in contestazioni sulla qualità della merce arrivata a destinazione, le aziende devono essere in grado di garantire frutta che raggiungano i parametri e le caratteristiche richieste dagli esigenti importatori indiani, e che abbiano una shelf life e una “resistenza” generale sufficienti a transfert così impegnativi. Serve quindi una selezione del prodotto sempre più attenta da parte degli esportatori italiani. Per queste complicazioni stiamo assistendo quindi ad un ridimensionamento delle programmazioni verso l’India, con volumi più bassi. Ciò implica uno sbilanciamento degli invii di prodotto verso altro mercati, spesso già affollati. Pertanto la mela italiana quest’anno in India non è molto presente perché si tende a trovare soluzioni meno complicate. Tuttavia – avverte Zanotelli – ribadisco come l’interesse dell’India a ricevere prodotto debba essere da stimolo a non abbandonare questo mercato che rimane strategico”.

Emanuele Zanini

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