FARALIA, ALBICOCCA QUASI INARRIVABILE: 4,6 SU 5

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Un’ampiezza di varietà di albicocche come quest’anno non si era mai vista sui banconi della GDO. Così come non si era forse mai vista una campagna commerciale così vivace e combattuta, partita così così, soprattutto a causa del clima, ma proseguita in un crescendo continuo, a suon di novità varietali a getto continuo da parte delle aziende leader che si sono fatte e si stanno facendo una concorrenza senza quartiere non solo sulla qualità dei frutti ma anche sull’efficienza organizzativa e logistica finalizzata a tempi di consegna alle piattaforme che facciano dire ai clienti-buyer: questi sono i migliori.

Albicocche prodotte in Italia, che nulla più hanno da invidiare alle cugine francesi coltivate nella valle del Rodano e nella Catalogna transalpina, attorno a Perpignan. Belle, buone, risultato di un impegno nell’innovazione senza precedenti da parte dei nostri coltivatori. Il consumatore, finalmente, non si può lamentare: può scegliere tra albicocche saporite, dolci, in vendita al giusto livello di maturazione.

Abbiamo recensito già due varietà di albicocche in questa rubrica, il 19 giugno (Flopria) e il 3 luglio (Rubissia), una gialla e una rossa, ma quello che abbiamo visto dopo ci ha davvero stupito, ovvero il lancio di altre due nuove varietà da parte di due aziende diverse nello stesso giorno e nello stesso supermercato. E’ successo con la rossa Rubely e con la gialla Faralia. Ci soffermiamo su quest’ultima, varietà ancora poco conosciuta, perché merita davvero: è un’albicocca eccezionale, con una polpa ricca (anche di vitamine oltre che si sapori) e dolce ed una dimensione importante, che cattura subito l’attenzione.

Per il nostro panel di assaggio abbiamo acquistato il 18 luglio alcune confezioni di Faralia in vaschette da 9 frutti di calibro 45+, in vendita a 4,68 euro al kg. Il risultato è che a Faralia è stato attribuito il punteggio più alto di sempre per la categoria albicocche: 4,6 su 5. Due assaggiatori su cinque hanno attribuito a Faralia l’eccellenza: 5 punti su 5. Che più aziende contemporaneamente abbiano scommesso su questa varietà, ci abbiano investito e ne abbiano seguito lo sviluppo con tanta attenzione e professionalità va a merito della frutticoltura nazionale in un momento, come questo, non facile. (a.f.)

LA VALUTAZIONE. Prodotti di scarsa qualità o di tracciabilità incerta non sono presi in considerazione. La valutazione da 1 a 5 ha il seguente significato: valutazione 1 significa che il prodotto è giudicato di qualità complessiva sufficiente; valutazione 2 qualità complessiva più che sufficiente; valutazione 3 qualità complessiva buona; valutazione 4 qualità complessiva ottima; valutazione 5 qualità complessiva eccellente. Per qualità complessiva si intende la somma dei fattori della qualità intrinseca (caratteristiche organolettiche, gusto, sapore, salubrità) e della qualità estrinseca (filiera garantita, imballaggio compostabile, chiarezza dell’etichetta, altro).

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