Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha partecipato alla presentazione del rapporto “La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia”, realizzato da The European House – Ambrosetti con Federdistribuzione, ANCC Coop, ANCD Conad e ADM.
“Dalla presentazione del rapporto – ha dichiarato Pallottini – sono usciti risultati molto interessanti. In particolare che la filiera agroalimentare estesa è il primo settore economico dell’Italia, che genera un fatturato totale annuo di 538,2 miliardi di euro (pari alla somma del Pil di Danimarca e Norvegia), cresciuto del 3,9% tra il 2011 e il 2017 nonostante i consumi stagnanti. Sono dati che mi hanno particolarmente colpito, sebbene frequenti la filiera da diversi anni”.
“Si tratta – ha aggiunto – di numeri importanti che danno la misura del fenomeno di cui stiamo parlando, soprattutto se comparati a quelli di altri settori e altre filiere. Una considerazione di contro però mi è venuta naturale. Questo settore benché valga, come visto, miliardi di fatturato e milioni di posti di lavoro, pesa molto dal punto di vista numerico ma poco dal punto di vista politico. Se, infatti, il tavolo a cui ho partecipato, che vedeva la presenza di nomi importantissimi della filiera, avesse dovuto cercare un interlocutore nella sfera politica avrebbe fatto molta fatica a trovarlo. Se poi allarghiamo il discorso in Europa la situazione appare ancora peggiore. Qui la mia critica. Sarebbe invece importante avere un’interfaccia unica e diretta con la quale confrontarsi per capire come questo settore, già di per sé grande, possa ancora espandersi e migliorare”.
“Il tavolo – ha concluso Pallottini – è stato di altissimo profilo e il dibattito interessante, a tratti anche vivace, soprattutto quando si è parlato di distribuzione del valore lungo la filiera e dell’utile tra le varie componenti. I Mercati sono un pezzo piccolo di tutto l’universo ma neanche così tanto. Stiamo parlando di circa il 2% del fatturato complessivo. Ho voluto confutare l’idea che il Mercato e i suoi operatori siano meri intermediari perché anzi, oggi più che mai, sono fornitori qualificati di servizi e non è certo quella la sede in cui si crea un margine speculativo, anzi. I Mercati sono sempre più un pezzo della filiera agricola e stare nella filiera agroalimentare allargata è un riconoscimento importante. Da Presidente Italmercati inoltre mi è sembrato anche un riconoscimento al lavoro che abbiamo fatto in questi anni come network di imprese”.