Rafforzare l’ufficio fitosanitario per monitorare le azioni a livello europeo, creando uno strumento utile per il settore, a partire dalle istituzioni e dalle imprese. Un modo per offrire agli agricoltori l’opportunità di conoscere in maniera più approfondita e rapida le novità burocratiche relative al nodo fitofarmaci, argomento che sempre più spesso tiene banco a Bruxelles, dove nella legislatura precedente all’attuale è stato deciso di vietare molte molecole utili a combattere i parassiti e le malattie che attaccano le coltivazioni ortofrutticole: da mille principi attivi disponibili trent’anni fa si è passati a trecento.
A deciderlo sono stati Cso Italy, Fruitimprese, Assomela e Aci, Alleanza Cooperative italiane che hanno affidato a Giovanni Missanelli (nella foto), direttore di Assomela, il coordinamento del servizio implementato. Un’attività tanto strategica quanto impegnativa.
“Nel settore è cresciuta la consapevolezza che era necessario rafforzare le attività legate al tema delle sostanze attive, in particolare davanti al rinnovato interesse da parte delle autorità dell’Unione Europea: dalla effettiva disponibilità dei principi attivi, per capire con precisione quali si possono usare, quali sono quelli vietati e soprattutto come sarà lo scenario nei prossimi anni”, spiega Missanelli. “Una delle azioni più importanti di questa attività – precisa – è creare sinergie tra istituzioni, stakeholder e altri addetti ai lavori ma soprattuto, come detto, monitorare quali siano le sostanze che in prospettiva saranno utilizzabili, in modo da avere un quadro chiaro ed esaustivo prima che sia troppo tardi, senza essere presi in contropiede e allo stesso tempo comunicando che la situazione è grave e necessita di interventi drastici per assicurare le nostre produzioni. Si tratta di un lavoro impegnativo che richiederà anni”.
Un modo anche per evitare che si ripresenti un caso come quello dell’Acetamiprid: lo scorso gennaio infatti l’Unione Europea ha abbassato i livelli massimi di residui dell’insetticida, utilizzato contro vari parassiti e in particolare contro la cimice asiatica con il rischio di ritrovarsi tonnellate di frutta “fuori norma” da un giorno all’altro, e non sapendo ad oggi come affrontare la prossima campagna produttiva senza mezzi di difesa efficaci.
Missanelli ricorda come nel 2024 si siano “persi” 18 prodotti fitosanitari a difesa delle colture, banditi dall’UE e che nel corso di quest’anno saranno bandite altre 8 sostanze attive, da cui si possono creare ulteriori prodotti fitosanitari.
“La nuova visione del commissario Hansen e di Fitto che prevede uno stop alla riduzione di molecole se non con valide ed efficaci alternative, dimostra un approccio politico nuovo. Il nostro ruolo sarà quello di verificare che venga attuato nel concreto”, osserva ancora il direttore di Assomela e coordinatore del nuovo ufficio fitosanitario. “Il nostro obiettivo è creare un rapporto più diretto con le istituzioni europee”, precisa Missanelli, che sempre più spesso è a Bruxelles proprio per tessere relazioni sempre più strette e proficue con gli organi competenti in materia. Ma non solo. “Inoltre dimostreremo come l’agricoltura sia in grado di utilizzare i prodotti di difesa contro i parassiti in modo sempre più sostenibile ed efficiente. Le stesse istituzioni potranno vedere i metodi di lavorazione che vengono effettuati in campagna, utilizzando i prodotti fitosanitari nel pieno rispetto dell’ambiente e degli operatori”.
Senza principi attivi sono indispensabili alternative valide e applicabili sul campo. “Per la registrazione di una nuova molecola servono anche dieci anni”, ricorda Missanelli. “In altre aree molto meno. Non c’è quindi uniformità. Le aziende che producono prodotti fitosanitari inoltre sono preoccupate per l’attività legislativa poco chiara e c’è quindi il rischio che siano meno motivate ad investire sui nostri mercati. Il nostro ruolo sarà anche quello di dialogare direttamente con i ministeri per eventuali deroghe su specifici prodotti e il loro utilizzo, ma prima dobbiamo avere certezze che determinati prodotti a sostegno degli agricoltori vengano ancora commercializzati”.
Nel breve termine “serve far sopravvivere il comparto ortofrutticolo, falcidiato dalle emergenze climatiche e dagli attacchi dei parassiti che rischiano di compromettere intere produzioni”. Un riferimento per esempio alla glomerella per le mele. Per non parlare del “caso” Dormex per il kiwi, un prodotto fitosanitario messo al bando dall’UE, vietato in Italia ed Europa dal 2008 ma utilizzato in Grecia, in deroga, dal 2021, coinciso, fatalità, con l’impetuosa crescita produttiva e commerciale del Paese ellenico sull’actinidia.
Nel medio-lungo termine l’obiettivo è anche valutare possibili cambiamenti nella procedura di autorizzazione dei prodotti, considerando la mitigazione del rischio, cioè il fatto che i prodotti di difesa vengono utilizzati con un approccio sempre più sostenibile e con accortezze molto superiori rispetto al passato, spiega ancora il manager di Assomela.
Un’altra parte fondamentale del lavoro sarà monitorare le attività che si svolgono sul tema a Bruxelles, a partire dalle procedure autorizzative a livello italiano e comunitario, per cercare quindi di prevenire problematiche e giocare d’anticipo su eventuali novità normative in materia.
“Verrà quindi implementato il lavoro che già era stato avviato. Nella passata legislatura si è analizzato solo l’impatto ambientale dei fitosanitari senza considerare quello subito dalle aziende. Serve invece un approccio ragionato. Per questo siamo facendo rete con le associazioni europee, da Copa Cogeca a Freshfel, per trovare un tavolo comune a servizio dell’ortofrutta europea e italiana in particolare per quanto ci riguarda. Da una parte ci sarà un coordinamento con i reparti tecnici delle nostre imprese e un costante monitoraggio delle attività svolte a Roma e Bruxelles”.
“Abbiamo aperto e svilupperemo ulteriormente un dialogo proficuo e costruttivo con le istituzioni che mi auguro ci individuino come interlocutore serio e affidabile per affrontare le difficoltà nel miglior modo possibile. Serve un lavoro di squadra per uniformare un impianto regolatorio uguale per tutti e semplificato per aiutare gli agricoltori nel loro lavoro”.
Emanuele Zanini