Consolidare i rapporti con i clienti, creare le condizioni per accedere su nuovi mercati: questi gli obiettivi principali della presenza del Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino a Macfrut, con uno stand di 200 metri, rappresentativo di tutta la filiera, tra i più in vista della manifestazione; una presenza “condita” da un ricco calendario di eventi e iniziative in un mix tra gusto, cultura gastronomica e riflessione sul futuro del comparto.
Al centro dell’allestimento temi di rilevanza strategica come la tutela del Made in Italy, i processi di internazionalizzazione e le sfide legate alla sostenibilità. Questa mattina si è svolto il convegno dal titolo “Globalizzazione e mercati interdetti: quale futuro per il Pomodoro di Pachino IGP?”.
“Il nostro prodotto è di alta qualità e stiamo lavorando molto sulla sostenibilità, siamo il primo consorzio a essere certificato ‘Goccia Verde’, con l’obiettivo di promuovere uno schema volontario per l’uso sostenibile della risorsa idrica”, ci ha spiegato in fiera Sebastiano Fortunato, presidente della realtà Consortile. “Stiamo inoltre collaborando con l’università di Messina con l’obiettivo di raggiungere la certificazione Carbon footprint soprattutto per una riduzione della CO2 nelle serre”.
La produzione, da 600 mila chili nel 2007, è arrivata a quasi 9 milioni di chili (2024) per un fatturato di oltre 30 milioni di euro.
Le prospettive per la prossima campagna sono tutto sommato positive, dice Fortunato: “Il nostro pomodoro è di livello elevato, l’IGP garantisce maggior valore e con la programmazione, l’attenzione a varietà che garantiscono il gusto cercato dal consumatore possiamo ottenere risultati sempre migliori. Certo, servirebbero nuovi mercati di sbocco: guardiamo con interesse in particolare a Stati Uniti e Canada. I dazi non ci spaventano”.
Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriereortofrutticolo.it