Il comparto della fragola è in crescita: gli areali produttivi nel Mediterraneo aumentano del 2%. è uno dei dati emersi nella riunione del Gruppo di contatto europeo sulla fragola, in cui si sono ritrovati rappresentanti di categoria e funzionari pubblici di quattro Paesi: Italia, Spagna, Francia e Portagallo.
L’evento si è tenuto in Basilicata, con una prima giornata a Scanzano Jonico (Matera), nello stabilimento lucano di Apofruit, e con una seconda giornata trascorsa invece tra le visite in campo al Centro di ricerca e sperimentazione Nova Siri Genetics a Policoro (Matera), nell’azienda Nicodemo Demetrio (Frutthera Growers) e Raffaele Lascaro (Apofruit).
Nel corso dell’evento sono stati affrontate alcune tematiche scottanti per il settore, a partire da come affrontare i cambiamenti climatici in atto e nello specifico alla siccità sempre più preoccupante, fino alle problematiche legate alla mancanza di personale da impiegare nei campi. Si è anche discusso della necessità di gestire in maniera più equilibrata l’utilizzo dei fitofarmaci, dopo le restrizioni imposte dall’Europa. È emerso come serva adottare una strategia condivisa per rimanere competitivi ed efficaci sul mercato. A tal proposito è stato sottolineato come ricerca e innovazione siano strade imprescindibili da percorrere.
Sul fronte produttivo, Elisa Macchi, direttore di CSO Italy, nel suo intervento ha sottolineato come in Italia, Campania e Basilicata rimangono le due Regioni regine, dove si trova oltre la metà della produzione nazionale con oltre 2.200 ettari. Tra il 2021 e il 2025 sono cresciuti, specie al Sud, gli ettari coltivati a fragola. Cresce la produzione della Spagna, nonostante l’allarme siccità, mentre Francia e Portogallo sono in calo.
Per quanto riguarda l’annata 2025 è emerso un certo ottimismo, grazie a buona qualità, volumi non elevati e domanda sostenuta. (red)