La pandemia ha dato una spallata, la crisi economica generata da aumento dei costi, inflazione stellare e guerra in Ucraina un’altra: nell’ultimo triennio sono cambiate tante cose, c’è chi dice che il mondo non è più quello di prima, e neppure Fruit Logistica lo è.
Ma se i numeri indicano un declino rispetto alle edizioni pre-COVID (dai 3.200 espositori del 2019, ultima edizione “normale”, ai 2.500 attuali), una flessione testimoniata da spazi vuoti e aree “di servizio” strategicamente collocate da Messe Berlin qua e là nei padiglioni, compresi quelli occupati dal sistema Italia (la pattuglia estera più nutrita con quasi 460 espositori contro i 545 del 2020), beh, le presenze della prima giornata, in generale, non hanno deluso le aspettative e confermano lo spessore di una rassegna meno “monstre” del passato (il che non è necessariamente un difetto), centrale per gli interessi di produttori, esportatori, grossisti, operatori delle tecnologie.
Piuttosto affollati fin dalle prime ore i padiglioni, sebbene ci sia chi lamenta un calo di buyer provenienti dall’Italia; molteplici i temi di attualità affrontati nel “day 1” e quelli che saranno esaminati domani e venerdì nella miriade di convegni e incontri organizzati nell’area di CSO Italy e Italian Fruit Village, fulcro della presenza tricolore, come sempre piuttosto frastagliata.
Domani giornata clou e venerdì gran finale per la tre giorni berlinese, che cerca di conservare la leadership, nello scenario fieristico continentale, davanti a una scalpitante Fruit Attraction. In fiera sono attesi acquirenti e operatori provenienti da oltre 140 Paesi (un record).
Mirko Aldinucci
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Da Berlino