La nuova Politica Agricola Comune si prepara a cambiare volto. Le novità sono molte, soprattutto sul fronte dell’innovazione, del sostegno alle giovani generazioni e all’imprenditoria femminile, ma resta una questione fondamentale da presidiare: il budget.
È questa in sintesi il rapporto dall’Europa riferito da Simona Caselli, referente Legacoop a Bruxelles, durante l’incontro Women4AgroInnovation organizzato oggi a Macfrut in collaborazione con l’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta di cui l’ex assessora all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna è socia onoraria e con Image Line
Se da un lato l’auspicio è la conferma di un fondo da 1 trilione di euro, dall’altro è evidente che questa cifra, oggi, non basta più. Per affrontare le sfide del nostro tempo — dal cambiamento climatico alla crisi idrica, fino alla sicurezza alimentare e strategica — servirà uno sforzo congiunto da parte degli Stati membri.
Nel nuovo quadro in costruzione qualcuno sembra voler proporre di “splittare” il budget PAC in tre grandi assi: sviluppo rurale da fondere con i fondi di coesione (in gergo: i PSR unificati ai Por FESR) ; gestione delle crisi nel fondo di resilienza Readyness 2030 è solo il 1^ pilastro dei pagamenti diretti resterebbe esclusivo dell’agricoltura.
Proprio oggi è stato votato un emendamento su cui si è lavorato intensamente nell’ultimo mese, volto a istituire un budget dedicato a compensare gli effetti dell’inflazione sull’agricoltura e difendere il Fondo dedicato della PAC coi 2 pilastri che conosciamo.
Da domani a Bruxelles si discuterà della nuova Vision, che sarà definita entro luglio e che connoterà il periodo 2027-2030.
Tra le novità anche l’estensione ad altri settori modelli virtuosi come quello dell’OCM ortofrutta: un sistema di aggregazione che ha incentivato innovazione e competitività. Estenderlo anche ad altri settori agricoli potrebbe rappresentare un cambio di passo strategico per tutta l’Unione.
Per il settore ortofrutticolo, in particolare, questa Vison non propone invece grandi cambiamenti se non l’abbandono dell’approccio top-down alle diete e sarà rafforzato il programma “Frutta nelle scuole”.
Per quanto riguarda la difesa fitosanitaria, è urgente aggiornare le normative per stare al passo con i progressi scientifici degli ultimi 20 anni. Le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) non possono più essere trattate come gli OGM: Parlamento e Consiglio hanno approvato di recente regole nuove e più aderenti alla realtà scientifica attuale, utili anche per ridurre l’uso di pesticidi. Auspichiamo che il regolamento venga emanato a breve.
Sul fronte dei fitofarmaci non cambia sostanzialmente molto: le molecole utilizzate potranno essere vietate solo vi saranno alternative realmente sostitutive, fermi restando che quelle ritenute pericolose per la salute umana potranno comunque essere bandite. La novità importante è che si prevede di snellire le autorizzazioni per i fitofarmaci biologici o a base organica, già prodotti dalle case farmaceutiche ma ancora non disponibili a causa di un iter autorizzativo troppo lungo.
“La nuova PAC pone anche attenzione crescente al ruolo delle donne in agricoltura, con misure dedicate all’imprenditoria femminile. E prende forma un piano strategico per l’acqua, con interventi mirati alla modernizzazione degli invasi e all’efficienza della risorsa. Tutto questo si muove dentro una visione chiara, ambiziosa e condivisibile. Ma il vero banco di prova sarà la concretezza: la visione è bellissima, ma bisogna vedere se domani arrivano i finanziamenti”, commenta Caselli.
Infine, una riflessione politica: “Serve più Europa. Non esistono scorciatoie o alternative credibili. Possiamo e dobbiamo essere critici, ma non possiamo permetterci di sprecare questa opportunità in questo contesto storico”, conclude.
Chiara Brandi