“Le misure annunciate dal governo sono insufficienti. Pertanto, la mobilitazione degli agricoltori va avanti e non escludiamo di organizzare in tempi brevi una grande manifestazione a Parigi”.
Arnaud Rousseau, presidente della Fnsea — l’organizzazione maggioritaria delle imprese agricole francesi – ha reagito così alle misure straordinarie presentate dal Primo ministro, Gabriel Attal (nella foto).
Le proteste, intanto, proseguono anche in altri Stati membri, Italia compresa. Le associazioni agricole di Belgio e Paesi Bassi puntano ad organizzare una manifestazione a Bruxelles l’1 febbraio, in concomitanza con la riunione del Consiglio europeo, come ricorda Agrisole.
Tornando alla situazione francese, il Primo ministro ha dichiarato che sarà sospesa la programmata riduzione dell’agevolazione fiscale al gasolio agricolo. Sarà disposto, inoltre, uno stanziamento di 100 milioni di euro, destinato all’agricoltura biologica ed alla copertura fino al 90% dei danni provocati dalla malattia emorragica epizootica.Verrà anche predisposto un programma finalizzato ad una profonda semplificazione degli adempimenti amministrativi.
L’obiettivo è quello di istituire un “controllo unico” sulle imprese che potranno essere sottoposte a ispezione solo una volta l’anno.
Sarà poi aumentato l’organico degli ispettori incaricati di verificare la puntuale applicazione della legge nazionale, secondo la quale i prezzi pagati agli agricoltori non possono essere inferiori ai costi di produzione. Il primo ministro ha anche confermato che la Francia continuerà ad opporsi allo sblocco dell’intesa politica raggiunta tra la Ue e i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).
Fonti del ministero francese dell’Agricoltura hanno indicato che il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, intende affrontare il tema delle tensioni in atto nel mondo agricolo, durante la riunione della prossima riunione del Consiglio europeo di domani. Due, in particolare, le richieste che potrebbero essere presentate nell’occasione. La sospensione della norma della Pac sull’obbligo di destinare a finalità non produttiva una parte (4%) dei seminativi. E il blocco dell’entrata in vigore della nuova regolamentazione sulle emissioni industriali che prevede nuovi obblighi ed adempimenti a carico degli allevamenti di suini, pollame e galline ovaiole di maggiore dimensione.