Recuperare gli investimenti in innovazione e sviluppo è possibile, utile e necessario. Sono centinaia le aziende agricole che investono in tecnologia e dati. Spesso però sottostimano gli sforzi che fanno e soprattutto non recuperano quello che spetta loro per legge. Serre tecnologiche, impianti di lavorazione del prodotto collegati via internet ai rispettivi centri di assistenza, raccolta dati con satelliti e droni, guida automatica senza operatore per i veicoli, elettrificazione: sono solo alcuni esempi di quello che succede in agricoltura.
“Oggi non di rado – afferma Paolo Beltrami della società di consulenza C2b4food con sede a Suzzara (Mantova) – sono le aziende stesse a fare innovazione, ricerca e sviluppo. L’azienda agricola è diventata il centro, il motore ed il produttore delle proprie soluzioni. Si tratta di investimenti che è necessario conteggiare nei propri bilanci e fare emergere, soprattutto perché recuperare l’investimento tramite le misure a favore della ricerca e sviluppo è possibile”.
Che cosa far rientrare nel conteggio? “Le voci sono tante – precisa Beltrami, agronomo attivo da 25 anni nel settore dei progetti innovativi in Italia ed all’estero – ed a volte consistenti, soprattutto per le aziende con personale tecnico. La prima voce da considerare sono proprio i tecnici dipendenti adibiti all’analisi del problema, alle sperimentazioni ed alla raccolta dei dati. Si tratta a volte di persone che vengono completamente sollevate dalle attività ordinarie e preposte alla sperimentazione. Poi ci sono i materiali utilizzati nelle parcelle, le consulenze esterne, le analisi funzionali dei software ed il loro sviluppo fino alla versione precedente l’utilizzo, lo studio delle soluzioni esistenti e l’analisi di fattibilità della loro applicazione, il prodotto non venduto perché sottoposto ai test ed, in parte, anche il costo dell’amministratore che spesso partecipa in prima persona alle sperimentazioni”.
I dati a disposizione di C2b4food dicono che una quota variabile, a seconda delle voci, tra il 25% ed il 50% di quanto speso può essere recuperata e il modo più rapido per farlo è il credito d’imposta. La misura è cumulabile con altre forme di incentivo. La società di Suzzara ha sviluppato una procedura specifica per le aziende agricole di vari settori e la sta applicando con successo insieme ai suoi clienti. “Oltre al recupero dei benefici fiscali – sottolinea Beltrami – ci interessa far emergere l’investimento in agricoltura come un modo tangibile di garantire il consumatore ed essere imprenditori all’ avanguardia”.
Per maggiori informazioni: info@c2b4food. com / pbeltrami@c2b4food.com