Mentre a Berlino una bella fetta dell’economia agroalimentare del Paese sudava le sette camicie per esportare la nostra ortofrutta, quindi a favore del made in Italy, in patria si scatenava l’ennesima puntata della tragicommedia “la Zucchina d’oro”. Con esponenti delle associazioni dei consumatori che berciavano in televisione contro gli ‘speculatori’.
I quali approfittando dell’ondata di gelo affamavano le massaie a caccia di verdura fresca con prezzi “fino a 8 euro al chilo”, chiedendo anche l’intervento dei carabinieri. La forza pubblica andrebbe invece invocata contro questi agitatori che speculano sulle spalle della gente spacciando cifre e prezzi a casaccio, pur di strappare qualche consenso e qualche tessera in più per le loro associazioni.
Domani il ministero dello Sviluppo economico ha convocato tutta la filiera per esaminare le dinamiche dei prezzi durante l’ondata di maltempo (leggi news). Speriamo che in questa sede istituzionale si faccia finalmente chiarezza.
E se salterà fuori che non c’è stata speculazione e che gli aumenti sono dovuti alla eterna, banale legge di mercato della domanda e del’offerta, chi chiederà scusa al settore, a chi lavora nei campi, nei mercati e nelle botteghe?
Ancora una volta il sistema Ortofrutta Italia ha perso l’occasione per farsi sentire e replicare a chi lo infangava. Chi rappresenta il settore ai vari livelli fra i compiti legati all’occupazione della poltrona dovrebbe sentire anche quello di difendere il lavoro e la dignità dei propri associati. O no?
GLI SCIACALLI DELLA ZUCCHINA D’ORO
Mentre a Berlino una bella fetta dell’economia agroalimentare del Paese sudava le sette camicie per esportare la nostra ortofrutta, quindi a favore del made in Italy, in patria si scatenava l’ennesima puntata della tragicommedia “la Zucchina d’oro”. Con esponenti delle associazioni dei consumatori che berciavano in televisione contro gli ‘speculatori’.
I quali approfittando dell’ondata di gelo affamavano le massaie a caccia di verdura fresca con prezzi “fino a 8 euro al chilo”, chiedendo anche l’intervento dei carabinieri. La forza pubblica andrebbe invece invocata contro questi agitatori che speculano sulle spalle della gente spacciando cifre e prezzi a casaccio, pur di strappare qualche consenso e qualche tessera in più per le loro associazioni.
Domani il ministero dello Sviluppo economico ha convocato tutta la filiera per esaminare le dinamiche dei prezzi durante l’ondata di maltempo (leggi news). Speriamo che in questa sede istituzionale si faccia finalmente chiarezza.
E se salterà fuori che non c’è stata speculazione e che gli aumenti sono dovuti alla eterna, banale legge di mercato della domanda e del’offerta, chi chiederà scusa al settore, a chi lavora nei campi, nei mercati e nelle botteghe?
Ancora una volta il sistema Ortofrutta Italia ha perso l’occasione per farsi sentire e replicare a chi lo infangava. Chi rappresenta il settore ai vari livelli fra i compiti legati all’occupazione della poltrona dovrebbe sentire anche quello di difendere il lavoro e la dignità dei propri associati. O no?
Lorenzo Frassoldati
LA SPREMUTA DEL DIRETTORE
L'ASSAGGIO
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