Angurie e pesche colorate, uva invitante, insalate e pomodori appena colti, mele da far gola: immagini sempre più ricorrenti quelle che i grossisti e più in generale i commercianti ortofrutticoli “sfoggiano” sullo “stato” di Whatsapp per mostrare la merce ai clienti attraverso foto e brevi video. Una vera e propria agorà 2.0 che serve come vetrina ma anche per vendere.
“L’ausilio di whatsapp contribuisce almeno per il 50% della vendita giornaliera e quindi sul mio fatturato annuale – dice Salvatore Musso, grossista della milanese Masterfruit – c’è da dire che questo strumento negli ultimi anni è diventato d’uso comune nel nostro ambiente, sopratutto per le aziende che si occupano prevalentemente di import-export e distribuzione. L’altro 50% avviene ancora in maniera tradizionale, esponendo il proprio prodotto e aprendo la contrattazione diretta con il cliente. La tendenza è certamente a utilizzare sempre più questo social che, per le sue caratteristiche di creare gruppi di clienti o fornitori, ne favorisce l’utilizzo”.
“Whatsapp vale quanto una vetrina, in uno spazio specifico rivolto a chi è interessato alla tua merce… Quantificarne il valore come tutte le cose immateriali non è semplice, ma è uno strumento che vale eccome”, la considerazione di un altro grossista milanese, Umberto Musso di Italfrutta.
“Con Whatsapp faccio degli ordini o li ricevo, mentre con Instagram faccio pure promozione”, allarga il raggio d’azione social il grossista veronese Marco Marrapese che vende soprattutto all’estero. Con il contributo decisivo di quello che si può vedere sul cellulare.
Non tutti utilizzano Whatsapp allo stesso modo: “Oggi comunichi molto con WhatsApp – sottolinea Roberto Donà della padovana 3Frutti – perché è veloce e rispondi appena puoi o vuoi… Non so se è per promuovere… Io personalmente per esempio non accetto le chat, diventano a mio avviso dispersive”.
Giuliano Giliotti, operatore del Mercato di Catanzaro, spiega: “Whatsapp è molto utile per vedere la merce, capire la qualità e la pezzatura del prodotto, abbattere le distanze, rendersi conto in anticipo di quello che si è ordinato. L’utilità? Da 1 a 10, darei un voto di 7 e mezzo almeno”.
Il presente e il futuro del commercio ortofrutticolo passano anche da qui.
Mirko Aldinucci
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