Sempre più clienti dell’HORECA per i Centri agroalimentari e i Mercati: questo il trend principale emerso nel 2024 dell’ingrosso ortofrutticolo, in un anno tutto sommato positivo nonostante il climate change che ha colpito diverse produzioni, in varie fasi dell’anno, riducendo la disponibilità di materia prima. A scattare la fotografia del settore con Corriere Ortofrutticolo, da Firenze è il vicepresidente di Fedcagromercati Confcommercio Aurelio Baccini (nella foto di apertura).
“Registriamo un sensibile aumento delle vendite verso hotel, ristoranti, aziende del catering“. spiega. “Il motivo è presto detto: prendiamo il posto dei dettaglianti che hanno chiuso e non riaprono, offrendo servizi che fanno si che gli Ortomercati cambino gradualmente la loro funzione, sebbene i tempi perché diventino piattaforma logistica a 360 gradi non siano ancora maturi. La spinta in questa direzione, peraltro, è forte”.
Baccini non nasconde che i Centri agroalimentari debbano cambiare a fondo, con un mutamento di ruolo necessario per rispondere ai consumatori, alle esigenze di consegna rapide cittadine e di sostenibilità.
Tornando all’andamento commerciale, il bilancio 2024 ha più luci che ombre: “Nel complesso noi grossisti non perdiamo fatturato, rispetto agli anni scorsi. Ma non ci possiamo cullare sugli allori: in Toscana diversi mercati minori stanno chiudendo perché non trovano ricambio generazionale a causa degli orari, il lavoro notturno pesa. Al CAR di Roma, dove c’è il diurno, l’età media è più bassa: ecco nel 2025, dovremo mettere mano assolutamente al tema orari”.

“Il 2024 – aggiunge Salvatore Musso, operatore dell’Ortomercato di Milano e componente della Fedagro provinciale – é stato un anno particolarmente impegnativo nel nostro settore; dalla produzione e via via lungo tutta la filiera, si sono alternati momenti di buon andamento generale a momenti di stallo più o meno lunghi, entrambi non sempre preventivati, causati da svariati situazioni, sopratutto climatiche, politiche e economiche, che spesso in concomitanza tra loro hanno fatto sì che la tendenza quest’anno per tutti gli operatori della filiera sia stata quella di ‘navigare a vista’, valutando di volta in volta i programmi e gli impegni soprattutto con la grande distribuzione e l’esportazione in generale”.
“Si è ampliata l’attenzione più ai mercati tradizionali, dettaglianti, carrellanti, ambulanti, società di catering e discount”, aggiunge Musso “Questa tendenza ha avuto riscontro nei consumatori che anche quest’anno sempre più hanno preferito acquistare frutta e verdura in queste fasce di operatori rispetto alle GDO. Un’altra tendenza riscontrata quest’anno è stata la ricerca del prodotto di qualità, facendo riscoprire tra l’altro il vantaggio nel fare gli acquisti nel negozio di frutta sotto casa, quelli tradizionali di vecchia generazione, almeno per quelli che sono ancora rimasti, che con la loro competenza riescono a consigliare bene le varietà migliori di frutta e verdura in base alle esigenze del cliente”.
“Questa tendenza porta ad apprezzare e quindi a chiedere sopratutto frutta e verdura di origine italiana, possibilmente DOP o IGP come la cipolla di Tropea, la fragola della Basilicata, le arance di Ribera, solo per citarne alcuni”, aggiunge Musso. “Mi auguro – conclude l’imprenditore dell’Ortomercato milanese – che questa tendenza della ricerca continua della qualità e soprattutto del nostro prodotto nazionale continui anche nel 2025”.
Mirko Aldinucci
da Corriere Ortofutticolo 12/24
Su Corriere Ortofrutticolo 1/25 uscirà un Primo Piano dedicato ai Mercati all’ingrosso