IN ARGENTINA CALA L’EXPORT DI CIPOLLE. “RIDURRE LA DIPENDENZA DAL BRASILE”

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Le esportazioni di cipolle argentine da Río Negro si sono fermate presto quest’anno, terminando a maggio anziché proseguire fino a giugno come nel 2024. Secondo i media locali, alla fine di maggio era stato esportato solo il 20% del volume totale di cipolle della provincia, rispetto al 30% dello stesso periodo dello scorso anno.

Il calo è dovuto principalmente ai forti raccolti di cipolle in Brasile, il principale acquirente dell’Argentina, dove il clima favorevole ha ridotto la necessità di importazioni. La svalutazione del real brasiliano e l’inizio del raccolto in Brasile a Minas Gerais e San Paolo hanno ulteriormente indebolito la domanda.

Tra gennaio e maggio 2025, Río Negro ha spedito all’estero 54.800 tonnellate di cipolle, rispetto alle oltre 85.000 tonnellate dello scorso anno. I documenti di produzione totale indicano 113.229 tonnellate di cipolle movimentate, metà delle quali destinate all’esportazione e metà al mercato interno.

Anche la superficie coltivata si è ridotta in questa stagione a 6.890 ettari, rispetto ai 7.800 ettari del 2024. I prezzi sono rimasti stabili, oscillando tra i 25-35 pesos al chilo.

Le autorità sottolineano ora la necessità di diversificare il mercato per ridurre la dipendenza dal Brasile, che acquista il 90% delle esportazioni di cipolle dell’Argentina. I produttori sono invitati a migliorare l’efficienza e a esplorare nuovi mercati internazionali per garantire la sostenibilità a lungo termine.

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