Il greening delle arance del Brasile (primo produttore mondiale con una quota del 36% dei volumi globali) ha raggiunto proporzioni preoccupanti nello Stato di San Paulo con una diffusione che ha raggiunto picchi del 55% delle piante infette nella regione produttiva di Brotas con tassi di cascola fino al 20% del raccolto oltre che problemi di calibri che determinano una riduzione dei volumi complessivi.
Nonostante la situazione sia costantemente monitorata da Fundecitrus, ente brasiliano per la difesa fitosanitaria degli agrumi nonché struttura di ricerca di riferimento mondiale in questo campo (sono circa 1200 gli appezzamenti brasiliani sotto stretta osservazione), la diffusione del Greening nello stato di San Paulo continua a crescere e spinge i grandi produttori di quella regione a spostarsi in altre aree meno colpite andando a nord (dove il caldo ostacola la proliferazione del patogeno che ha un’incidenza compresa tra lo 0,31% e l’1,64%) e a sud (dove l’elemento favorevole è il freddo e dove, fino ad ora, si è registrata un’incidenza dell’1,09%).
Attualmente, secondo i dati diffusi dalla rivista Citrus Industry, dopo Brotas, la regione più colpita è Limeira (48% delle piante colpite); Duartina (32%); Porto Ferreiro (27%) 3 Matão (17,3%). Registrano un’incidenza tra il 5 e 10%, le regioni di Alvaré (10,77%); Bebedouro (8,15%) e S.J. Rio Preto (5,02%).
L’obbligo di legge di sostituire le piante infette con delle nuove, sta portando avanti un processo poderoso di rinnovo degli aranceti di San Paulo anche se il 64% degli ettari ed il 56% delle piante hanno ancora più di dieci anni.
Tuttavia grazie all’intensificazione dei sesti e all’espansione delle aree produttive verso sud e verso nord, la stima di raccolta per la campagna 2019-2020 è di una crescita del 36% della produzione grazie all’incremento delle rese date dalle zone produttive del sud-ovest (+2,7% rispetto all’anno scorso).
Mariangela Latella