Dolce Lucano, brand di fascia alta dei finocchi di OP Primo Sole per il mercato italiano, si prepara a lanciare sul mercato un Bauletto in cartone da 2 kg contenente da 5 a 6 pezzi. Una novità assoluta per la categoria. Ma nei programmi di Primo Sole dovrebbero entrare altre importanti novità. E’ allo studio infatti l’ingresso nella IV Gamma e nei trasformati a base di finocchio in grado di allargare la gamma di Dolce Lucano offrendo contemporaneamente al consumatore prodotti attrattivi e facili da consumare.
OP Primo Sole è una delle realtà più grandi e interessanti nel panorama della produzione italiana di finocchio. Nasce nel 2016 dall’integrazione di due cooperative, la Coop Primo Sole e la Coop Terre del Sole, entrambe con sede nel Metapontino; conta su 30 soci produttori operanti non solo in Basilicata ma anche in Puglia, Calabria e in piccola parte in Abruzzo. Il magazzino di stoccaggio e lavorazione ha sede nel Comune di Montescaglioso, in provincia di Matera, ed è dotato di linee innovative di lavaggio, calibratura e confezionamento.
Il finocchio è il prodotto principale e quello che ha dato il via al brand Primo Sole, traino per gli altri prodotti ortofrutticoli dell’OP, nei cui uffici lavorano due sorelle, Francesca e Rosangela, figlie del fondatore e amministratore unico di Primo Sole, Giuseppe Appio. Francesca si occupa dell’amministrazione e della comunicazione mentre Rosangela tiene i rapporti con la produzione e gestisce il commerciale.
La coltivazione del finocchio copre 300 ettari, la metà dei quali nel Metapontino, per una produzione di 15 mila tonnellate. La produzione per ettaro è in crescita, con una resa per ettaro che è passata dalle 40 alle 45-48 tonnellate grazie al rinnovamento varietale, alla gestione agronomica e a un clima che per questa coltura si è dimostrato, nella campagna in corso, favorevole.
Quest’anno OP Primo Sole ha coltivato una nuova varietà precoce, il Cartesio, che ha permesso l’avvio della produzione e i primi tagli in campagna a partire dal 10 ottobre. Ma la novità più importante resta certamente il successo di “Dolce Lucano”, brand di un finocchio di fascia alta in packaging eco-sostenibile destinato al mercato italiano. L’export di OP Primo Sole mantiene un 33-35%, con destinazioni principali Svizzera e Germania, seguite da altri mercati eruropei – come sottolinea Rosangela Appio -, ma la quota di venduto sul mercato interno è fortemente aumentata nell’ultimo anno grazie allo sviluppo produttivo e commerciale di “Dolce Lucano”, ‘sposato’ da alcune insegne importanti della GDO nazionale, soprattutto in area Nielsen 1 e 2. Resta in generale, quindi sul totale del finocchio venduto in Italia, un 10% di quota al canale tradizionale, tutto il resto è GDO.
Il progetto “Dolce Lucano” ha segnato un cambio di passo per Primo Sole, nel segno della crescita. Il prodotto viene selezionato anche in base alla forma e confezionato, fino ad oggi, in vassoi in cartoncino da 750 grammi e 2 frutti con etichetta compostabile. Primo Sole è stata un pioniere del finocchio confezionato. “E’ stata una sfida – precisa Francesca Appio – abbinare i finocchi appena lavati e quindi ancora bagnati e la confezione in cartoncino. Abbiamo dovuto studiare nel dettaglio una soluzione ottimale e alla fine l’abbiamo trovata”.
Un altro aspetto in linea con gli interessi del consumatore è che la confezione è narrante: sul retro del cartoncino viene spiegata in breve l’origine insieme al rapporto tra prodotto e territorio. Un rapporto per niente casuale. La storia del finocchio ha il suo inizio nella pianura di Maratona, località della Grecia che fu teatro della famosa battaglia che vide affrontarsi ateniesi e persiani, dove in origine il finocchio cresceva spontaneo. Proprio per questa ragione gli antichi chiamavano il finocchio “marathon”, un nome che ricorda un Comune lucano, Maratea. Dunque non è un caso che la Basilicata sia una regione rinomata per la coltura del finocchio: è una storia antica, che risale forse alla Magna Grecia. E di cui Primo Sole si sente orgogliosamente erede. (a.f.)
Nella foto, Francesca e Rosangela Appio, le sorelle-manager di OP Primo Sole