Nell’ultimo trimestre 2011 è sceso il clima di fiducia nell’industria alimentare italiana. L’indicatore elaborato da Ismea, che sintetizza il sentiment del settore, attraverso valutazioni sugli ordini, le attese di produzione e le scorte, si è attestato a -7,4, in un campo di variazione che oscilla tra 100 e -100. È quanto si evince dall’indagine condotta trimestralmente dall’Istituto su un panel di 1.200 industrie.
L’indice – spiega l’Ismea – ha perso quasi 10 punti in un trimestre, chiudendo sotto di 13 punti rispetto allo stesso periodo del 2010.
A determinare il peggioramento della fiducia in quest’ultimo quarto dell’anno la flessione della domanda sia nel mercato interno che nell’Eurozona e le attese di un rallentamento produttivo conseguente a una nuova fase recessiva dell’economia italiana.
In base ai giudizi degli operatori intervistati, si evince invece una buona tenuta delle commesse provenienti dai Paesi terzi, in ragione di un cambio euro/dollaro più favorevole per l’export nazionale.
Nel dettaglio, Ismea rileva un clima di fiducia più favorevole per l’industria del riso, la macellazione e la molitoria, mentre è più critico il giudizio nei settori dell’olio di oliva, dell’industria dei gelati e della trasformazione ortofrutticola. La disaggregazione delle risposte per macroaree geografiche rivela, inoltre, una flessione più significativa della fiducia nelle regioni del Nord, a fronte di una maggiore tenuta nel Centro Italia.