LA CRISI MORDE DA NORD A SUD LO STIVALE: BOOM DI ESPIANTI DI FRUTTETI

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Eliminare gli impianti di pere, mettendo fine così alle ripetute perdite economiche verificatesi negli ultimi anni. È questa la drastica decisione di un numero crescente di frutticoltori delle province di Modena e Ferrara, ma anche del Veneto, esasperati dalla situazione del comparto.

Per i coltivatori di pere problemi sono iniziati nel 2016 con la cimice asiatica, cui hanno fatto seguito dal 2018 l’alternaria e la maculatura bruna. Poi sono arrivate le devastanti gelate del 2021 e quindi, nel 2022, la siccità, seguita da un’acuta crisi di mercato di alcune varietà piuttosto diffuse.

Dalla crisi delle pere al Nord a quella del Sud Italia per uva e agrumi

Anche la frutticoltura del Sud Italia registra problemi piuttosto seri, con la crisi dell’uva da tavola in Puglia e la non facile situazione dell’agrumicoltura in Calabria e Sicilia. Il clima di sfiducia è diffuso e interessa anche molti giovani imprenditori agricoli. I problemi sono noti: mancanza di potere contrattuale della componente agricola della filiera, carenza di principi attivi disponibili sul mercato per una efficace difesa delle colture, con gli indirizzi politici del Farm to Fork e della correlata proposta legislativa sui fitosanitari tali da peggiorare ulteriormente la situazione in prospettiva.

Inoltre i costi sono aumentati negli ultimi anni e non c’è stata la possibilità di recuperare il differenziale con l’aumento dei prezzi di vendita. A tutto ciò si aggiunge anche la difficoltà di accesso al credito, con l’indisponibilità degli istituti finanziari a concedere fiducia a un settore in difficoltà e con prospettive di ulteriore peggioramento.

Nonostante tutto, però, gli agricoltori vogliono ancora credere in un futuro migliore per la frutticoltura italiana ed è per tale ragione che è nato il Comitato in rappresentanza dei produttori ortofrutticoli italiani (Copoi), animato e coordinato dall’ex senatrice Rosa Silvana Abate, la cui finalità è quella di sensibilizzare le istituzioni nazionali e regionali a mettere in atto un piano di rilancio che comprenda la revisione dei meccanismi del fondo di solidarietà nazionale e delle assicurazioni agevolate, l’adeguamento della normativa nazionale in materia di pratiche sleali, interventi mirati in materia di accesso al credito, la definizione di misure specifiche per la frutticoltura nell’ambito del Piano strategico della Pac e del Pnrr, e un patto a lungo termine tra le componenti della filiera per una equilibrata ripartizione del valore.

(fonte: L’Informatore Agrario)

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