La patata èVita Residuo Zero torna disponibile nei principali canali della GDO e DO italiana. E’ una delle referenze di punta dell’offerta Romagnoli F.lli S.p.A., e per questo è considerato dall’impresa emiliano-romagnola un ritorno strategico.
Coltivata in Sicilia, uno dei territori più vocati dell’agricoltura italiana, la patata èVita Residuo Zero nasce da una filiera controllata e certificata, grazie alla collaborazione con le aziende agricole partner della filiera Romagnoli, che adottano pratiche agronomiche efficienti, rispettose dell’ambiente, della salute dei consumatori e del valore del lavoro agricolo, fondate su conoscenze avanzate e su un profondo legame con il territorio.
Il risultato “Residuo Zero” è reso possibile dal costante impegno della funzione Ricerca & Sviluppo di Romagnoli, che da anni lavora alla selezione di varietà naturalmente resistenti alle principali fitopatie della patata, elemento chiave e imprescindibile di questo modello agricolo innovativo.
Attualmente la referenza è proposta nella varietà Levante, una cultivar Next Generation che combina sostenibilità, produttività e qualità organolettica. Levante, infatti, si distingue per il suo gusto autentico, la consistenza e la tenuta alla cottura – caratteristiche che la rendono ideale per ogni utilizzo in cucina.
A garanzia dell’eccellenza sensoriale del prodotto, Romagnoli si avvale da anni della collaborazione con IBE-CNR di Bologna (Istituto di Bioeconomia del CNR), per la selezione delle varietà in base a parametri oggettivi di gusto e texture.
Il progetto èVita Residuo Zero incarna un modello virtuoso di filiera sostenibile ed evoluta, capace di generare valore per ogni stakeholder coinvolto: per il produttore agricolo, che adotta varietà resilienti a tutela del proprio reddito, per il distributore, che può offrire ai propri clienti una referenza ad alto valore sociale ed ambientale, per il consumatore finale, che trova a scaffale un prodotto sicuro, italiano al 100%, versatile e gustoso.
Con èVita Residuo Zero, Romagnoli dimostra che è possibile conciliare innovazione, sostenibilità e competitività, offrendo al mercato un esempio concreto di “armonia sostenibile” lungo tutta la filiera.