La Spagna spinge l’acceleratore sulla coltivazione dei frutti rossi. In forte espansione gli areali anche in previsione di un accordo con la Cina che i produttori e gli esportatori del Paese, raggruppati nell’Associazione Freshuelva, stanno sollecitando a gran voce presso il ministero nazionale dell’Agricoltura. Obiettivo: avviare le negoziazioni al più presto e chiudere un protocollo sulla falsariga di quello sin-cileno.
La crescita del settore berries non riguarda più solo la zona di Huelva – che, per capirci, è la prima area di produzione di fragole in Europa e, per quel che riguarda i frutti rossi in generale, interessa il 95% della produzione e commercializzazione spagnola – ma anche altre regioni della penisola come le Asturie e la Cantabria.
In Spagna, in questa campagna, sono in produzione circa 11.145 ettari di frutti rossi, con una crescita degli areali dell’11,12% rispetto all’anno scorso (Fonte: Freshuelva).
Il mirtillo è il prodotto in cui si investe maggiormente. Basti pensare che a Huelva la superficie coltivata ha subito un incremento di quasi il 150% nelle ultime quattro campagne passando da 1.150 ettari del 2013/2014 ai 2.858 del 2017/2018.
Spingono molto su questa bacca anche le Asturie e la Cantabria con provvedimenti governativi che prevedono sovvenzioni per i produttori, destinate alla creazione di nuovi impianti con una stagionalità richiesta da giugno-ottobre.
Diventa sempre più agguerrita la competizione sul mercato globale, dal momento che la produzione dei berries è in forte crescita anche in Portogallo, prima concentrato solo sui lamponi, Sudamerica (specie in Cile e Perù e Argentina che esporta il 65% della produzione dei circa 2mila ettari, negli Usa) e Africa (soprattutto Sudafrica e Marocco).
“Per noi è strategico – spiega Rafael Dominguez (nella foto), direttore di Freshuelva, alla vigilia del IV congresso dei frutti rossi in programma il 20 e 21 giugno a Huelva – diversificare il mercato e individuare nuove destinazioni di sbocco. Tutto il settore spagnolo sta spingendo il ministero dell’Agricoltura ad avviare al più presto le negoziazioni con la Cina con l’intento di potere chiudere un protocollo simile a quello firmato tra Cina e Cile. Nei Paesi Arabi, inoltre, stiamo iniziando ad aprire dei canali per le more”.
Intanto entra nel vivo la campagna delle fragole di Huelva, che – nella quarta settimana di gennaio registra il raddoppio dei volumi rispetto alla settimana precedente. Si tratta di una situazione relativamente normale perché da un lato in questo periodo entrano in produzione tutte le varietà e poi anche per via dell’accavallamento con la campagna egiziana e marocchina soprattutto sul mercato tedesco.
L’aumento dell’offerta spinge i prezzi al ribasso e il valore medio all’origine della fragola, dal 2 al 28 gennaio 2018, si assesta a 2 euro al chilo sul mercato nazionale con una riduzione del 24% rispetto alla settimana precedente e del 4% rispetto allo stesso periodo del 2017.
In salita i prezzi all’estero che in Germania registrano, con prezzo medio all’origine di circa 5,78 euro al chilo, un incremento dell’11,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Continua, infine, l’impennata dei prezzi dei lamponi anche per via del calo dei volumi del 7%, che in questo periodo registrano prezzi superiori ai 7 euro al chilo, in calo del 3%, però, rispetto all’anno scorso.
Mariangela Latella