di Emanuele Zanini
Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Decò, analizza l’evoluzione e continua ascesa del discount in un interessante e dibattuto post su Linkedin. Lo fa partendo da alcuni dati aggiornati che dicono come i discount siano l’unico formato con un saldo positivo tra aperture e chiusure: a settembre di quest’anno, precisa il manager campano, il saldo positivo contava 96 negozi.
“Ad oggi – prosegue Gasbarrino nella sua analisi – si contano 5.600 discount (erano 2.600 nel 2001)”, quindi più che raddoppiati in poco più che vent’anni. Secondo Nielsen IQ, ricorda ancora, la loro quota vale il 23,6%, cioè a quasi il 40% dei volumi grocery.
“Finora – scrive sul noto social network l’AD di Decò – hanno lottato quasi sempre con un supermercato, a cui hanno rubato clienti e con cui in parte sono stati complementari”.
Gasbarrino poi cita un esempio di “sovraffollamento da discount”, come quello a Corbetta, nell’hinterland milanese, dove in un fazzoletto di 500 metri, si trovano, praticamente uno vicino all’altro, sei punti vendita di altrettante catene distributive, di cui cinque discount: Lidl, Aldi, Eurospin, Penny Market e MD, oltre a Esselunga.
“In base a che cosa li sceglierà il cliente?” si chiede Gasbarrino. “Come faranno a distinguersi? Chi riuscirà ad emergere e vincere, visto che finora distinguersi e vincere sul Supermercato è stato più facile? Riusciranno i discounters italiani a competere? Il difficile deve ancora arrivare”, afferma infine Gasbarrino che poi, tra i commenti aggiunge, precisando: “Andando avanti di questo passo (supermercati che chiudono e discount che aprono) le situazioni da caso limite aumenteranno, ed allora su che cosa si farà la differenza?”, si chiede ancora.
Diversi i commenti al post di Gasbarrino, in cui si citano casi simili a Corbetta anche in altre luoghi del Milanese e di altre città, ragionando su quale futuro potrà attendere la distribuzione e il ruolo dei discount, tra rapporto qualità-prezzo e customer experience.