Il dramma del caporalato e del lavoro nero torna ad essere tristemente protagonista in tv grazie ad un servizio de Le Iene. L’inviato del programma di Italia 1 Gaetano Pecoraro è andato nel Foggiano dove ha mostrato che cosa si nasconde dietro a parte dell’agricoltura locale, partendo da Borgo Mezzanone, una ex pista aeroportuale diventata negli anni un ghetto di duemila braccianti che lavorano anche dodici ore al giorno, a 3-4 euro l’ora, in nero, raccogliendo ortofrutta, dai pomodori ai carciofi, e vivendo in condizioni disumane.
Pecoraro ha intervistato lavoratori sfruttati, imprenditori onesti e disonesti, facendo emergere un quadro drammatico delle condizioni di lavoro e di vita dei braccianti, schiacciati da un sistema che sembra non offrirgli possibilità.
Gli immigrati nel servizio de Le Iene denunciano lo sfruttamento ricordando come senza il loro lavoro la frutta e la verdura non arriverebbe sugli scaffali dei supermercati, che in questo periodo di emergenza da CovId-19 hanno visto aumentare sensibilmente la domanda di generi alimentari, ortofrutta compresa. “Se noi siamo puliti anche voi mangiate cose pulite”, racconta per esempio Alaj, che da 11 anni vive in condizioni a dir poco precarie, lavorando anche oltre 300 giorni all’anno. Tutti chiedono paghe dignitose, un contratto, abitazioni e il riconoscimento delle giornate lavorative. “Senza di noi, voi non potete mangiare”, spiegano i braccianti rivolgendosi agli italiani.
Una situazione molto problematica, confermata dal procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro, che è al lavoro nella lotta al caporalato e allo sfruttamento della manodopera formata da immigrati costretti a lavorare senza contratto e tutele.
Interviene anche la ministra Teresa Bellanova che, oltre a insistere sulla lotta al caporalato e alla tutela anche dei lavoratori immigrati sfruttati, si dice favorevole ad approvare la norma contro le aste a doppio ribasso, che non sono ancora illegali, e contraria alla concorrenza sleale.
Nella seconda parte del servizio, oltre alle truffe ai danni dell’Inps rivelate da un testimone anonimo, un imprenditore racconta come ha denunciato il sistema della aste a doppio ribasso esercitate sui produttori dalla grande distribuzione. Un meccanismo che finisce per piegare il settore fino allo sfruttamento del bracciante, vittima finale del sistema. (e.z.)