LE MANI DELLA MAFIA SUL MERCATO DEI LIMONI NEL CATANESE: 8 ARRESTI, 20 INDAGATI

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Nel Catanese parte del mercato degli agrumi e in particolare dei limoni sarebbe stato monopolizzato dal clan Laudani. Questo quanto emerge dall’indagine “Lumia”, eseguita dal comando provinciale della guardia di finanza di Catania su coordinamento della Procura distrettuale etnea: sono 20 le persone indagate e 8 le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Tra loro spicca il nome dello storico capoclan Orazio Scuto, con alle spalle diverse condanne definitive per mafia. Lo scorso mese, come ricorda Catania Today, era stato eseguito ai suoi danni il sequestro di beni per circa un milione di euro, sempre dalla guardia di finanza. Sebbene fosse ristretto nel carcere di Tolmezzo, durante il periodo dell’indagine, “u vetraru”, questo il suo soprannome, avrebbe continuato a gestire gli affari dei “Mussi i ficurinia” grazie alla disponibilità di diversi cellulari-citofono, con schede intestate ad extracomunitari e recapitati all’interno dell’istituto penitenziario anche con un drone, sfruttando quindi le falle del sistema di sicurezza. In passato è stato accertato come i “pizzini” a lui destinati venissero occultati anche dentro i succhi di frutta o negli snack. I componenti della sua cerchia di fedelissimi lo chiamavano “papà”, aggiornandolo costantemente sulle attività del gruppo criminale.
Il gruppo investigazioni criminalità organizzata (Gico) della guardia di finanza di Catania ha ricostruito quella che gli inquirenti chiamano “permanente operatività” dei Laudani nei territori di Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena e zone limitrofe. Territori uniti, in questo caso, dal comune denominatore degli agrumi che, dopo essere stati faticosamente coltivati dagli imprenditori locali, raggiungo le altre città italiane a bordo di autoarticolati, per essere poi distribuiti sui vari mercati. Il prezzo da pagare per poter continuare a lavorare nel settore, però, lo stabiliva la criminalità organizzata: ci sarebbe stata una precisa strategia per “pulire” i traffici illeciti ed evitare di attirare le attenzioni indesiderate delle forze dell’ordine.

“Le indagini – spiega il procuratore Francesco Curcio – hanno preso il via da una segnalazione anonima che ci ha permesso di ottenere ulteriori riscontri all’indagine ‘Report’, eseguita nel 2020, che aveva già portato le fiiamme gialle ad eseguire il sequestro preventivo di alcune società”. Tra queste la Friscus srl, attiva nel settore della logistica, fondamentale per movimentare gli ingenti carichi di limoni, diretti verso il nord Italia. “Nessuno degli imprenditori coinvolti come vittime, perchè di fatto costretti a rapportarsi con finti procacciatori d’affari o ad utilizzare i sistemi di distribuzioni imposti dall’organizzazione criminale, ha scelto di collaborare alle indagini – sottolinea Curcio con amarrezza – anche in sede di interrogatorio eseguito in Procura. La figura di questi consulenti avrebbe permesso di dare una copertura cartolare alle attività estorsive, segnando così una sorta di evoluzione del sistema mafioso. Un meccanismo che aveva anche prodotto un’oggettiva distorsione del mercato. La speranza è che, venuta meno la possibilità di ulteriori ritorsioni grazie all’esecuzione delle misure cautelari, qualcuno degli imprenditori taglieggiati possa assumere un atteggiamento più collaborativo”.

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