LE PIATTAFORME E-COMMERCE IN SICILIA SI FARANNO, CAMBIATI I CRITERI DEL DECRETO

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di Angela Sciortino

Piattaforme e-commerce per l’agroalimentare siciliano, ortofrutta compresa? Si faranno, sì. Ma non è detto che saranno tante. Anzi, potrebbe essere anche una sola, dal costo – non proprio irrisorio – di 450mila euro. Niente male, insomma, per chi si accalappia il business.

Dopo la frettolosa revoca del primo decreto a pochi giorni dalla sua pubblicazione (motivo ufficiale: la necessità di “effettuare ulteriori approfondimenti sulla normativa in atto”), con il nuovo provvedimento firmato dall’assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, adesso cambiano parecchie cose. Anzitutto, va sottolineato che questa volta, prima di pubblicare il decreto, è stata sentita la Terza Commissione dell’Assemblea regionale siciliana (Attività produttive), coerentemente a quanto prevede la norma sulle piattaforme e-commerce e sul loro finanziamento.

Luca Sammartino

Ma la vera novità consiste nella scelta di un soggetto attuatore pubblico, individuato nell’Istituto regionale del Vino e dell’Olio. All’Istituto è demandato il compito di pubblicare l’avviso di “manifestazione d’interesse” vero proprio, tramite il quale selezionare le proposte progettuali presentate da un più ampio ventaglio di beneficiari: non più solo le reti di micro, piccole e medie imprese (nel primo decreto si richiedeva fossero presenti consorzi, distretti e altro capaci di rappresentare la produzione agroalimentare siciliana di qualità), ma anche i Distretti del cibo riconosciuti o ancora i partenariati tra soggetti privati ed enti pubblici territoriali (Comuni, Province, Regione) e non territoriali.

Come accennato, nella nuova stesura del decreto viene anche detto chiaramente che potrebbe addirittura essere soltanto uno il progetto a godere del contributo pubblico in conto capitale di 450mila euro, previsto dall’articolo 26, comma 53 della legge di stabilità regionale 2022. Una scelta possibile, si legge nell’atto, “al fine di garantire la sostenibilità dell’intervento, in riferimento all’intensità di investimento ed alle caratteristiche del mercato, nonché di facilitare un approccio unitario nella promozione del brand Sicilia che garantisca eguale possibilità di accesso a tutte le imprese”. E per evitare eventuali distorsioni e conflitti con la norma comunitaria sugli aiuti di Stato, è detto chiaramente che dalle spese ammesse a finanziamento dovrà essere esclusa qualsiasi sovvenzione diretta alle imprese.

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