La biodiversità può essere uno degli strumenti strategici per il futurodel settore ortofrutticoloitaliano. Ne abbiamo parlato a Caserta in occasione dei Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, nella sessione dedicata alla regione ospite: la Campania. Una regione che può rappresentare l’emblema della biodiversità italiana, fatta da centinaia, migliaia di varietà ortofrutticole. Così come nei 3 millenni di storia del nostro Paese i costruttori si sono espressi con mirabili monumenti – e gli artisti con incomparabili opere d’arte – i nostri agricoltori hanno elaborato con sapienza una miriade di prodotti. Prodotti che hanno una formidabile variabilità anche per le tante differenti condizioni pedoclimatiche presenti nel Bel Paese. La biodiversità italiana è stata sfruttata negli ultimi decenni soprattutto da altri: si pensi alle grandi multinazionali sementiere che tanto spesso hanno utilizzato le antiche varietà orticole italiane per creare nuovi prodotti. O ancora al grande successo di mercato di certi prodotti ‘rivisitati’: pensiamo per esempio al kale, un ortaggio che sta facendo letteralmente impazzire i consumatori inglesi e statunitensi. Il kale altro non è che il cavolo nero, una brassicacea che solo una decina di anni fa era quasi introvabile (con la eccezione di qualche mercatino toscano dove veniva ricercata per la classica ribollita). Oggi il kale è stato riscoperto per le formidabili virtù nutraceutiche, ma anche per la semplicità di coltivazione e la versatilità nelle preparazioni in cucina (i vegetariani per esempio ne fanno delle ottime chips).
Riscoprire la biodiversità italiana può allora essere strategico. Lo hanno scoperto i viticoltori: i vitigni autoctoni hanno dato negli ultimi quindici anni una straordinaria spinta propulsiva al vino italiano e alla sua espansione all’estero. I vini italiani autoctoni si sono differenziati dalla grande concorrenza internazionale, fortemente omologata su poche varietà. Un esempio da seguire anche nel settore ortofrutticolo.
UNA LEZIONE DA CASERTA: PUNTIAMO SULLA BIODIVERSITÀ TUTTA ITALIANA
La biodiversità può essere uno degli strumenti strategici per il futuro del settore ortofrutticolo italiano. Ne abbiamo parlato a Caserta in occasione dei Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, nella sessione dedicata alla regione ospite: la Campania. Una regione che può rappresentare l’emblema della biodiversità italiana, fatta da centinaia, migliaia di varietà ortofrutticole. Così come nei 3 millenni di storia del nostro Paese i costruttori si sono espressi con mirabili monumenti – e gli artisti con incomparabili opere d’arte – i nostri agricoltori hanno elaborato con sapienza una miriade di prodotti. Prodotti che hanno una formidabile variabilità anche per le tante differenti condizioni pedoclimatiche presenti nel Bel Paese. La biodiversità italiana è stata sfruttata negli ultimi decenni soprattutto da altri: si pensi alle grandi multinazionali sementiere che tanto spesso hanno utilizzato le antiche varietà orticole italiane per creare nuovi prodotti. O ancora al grande successo di mercato di certi prodotti ‘rivisitati’: pensiamo per esempio al kale, un ortaggio che sta facendo letteralmente impazzire i consumatori inglesi e statunitensi. Il kale altro non è che il cavolo nero, una brassicacea che solo una decina di anni fa era quasi introvabile (con la eccezione di qualche mercatino toscano dove veniva ricercata per la classica ribollita). Oggi il kale è stato riscoperto per le formidabili virtù nutraceutiche, ma anche per la semplicità di coltivazione e la versatilità nelle preparazioni in cucina (i vegetariani per esempio ne fanno delle ottime chips).
Riscoprire la biodiversità italiana può allora essere strategico. Lo hanno scoperto i viticoltori: i vitigni autoctoni hanno dato negli ultimi quindici anni una straordinaria spinta propulsiva al vino italiano e alla sua espansione all’estero. I vini italiani autoctoni si sono differenziati dalla grande concorrenza internazionale, fortemente omologata su poche varietà. Un esempio da seguire anche nel settore ortofrutticolo.
Duccio Caccioni
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