“Il miglioramento della qualità dei processi produttivi lungo tutta la filiera e l’innovazione finalizzata a una maggiore sostenibilità rappresentano sfide che l’Italia vuole cogliere a beneficio di persone e imprese che, investendo in questa direzione, possono diventare più solide e attrattive per i giovani”, lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, in visita alle celle ipogee, le celebri strutture naturali di frigoconservazione delle mele di Melinda tuttora in fase di ampliamento.
“Queste celle ipogee rappresentano un modello da seguire” ha proseguito il ministro. “Sono infatti un esempio straordinario di riuso e recupero di spazi inutilizzati che merita di essere mutuato in altri territori. Ha infatti il pregio di unire vantaggi economici, ambientali e sociali. Aiuta a evitare il consumo di suolo fertile, troppo spesso sacrificato per installare magazzini e capannoni industriali. E al tempo stesso permette rilevanti risparmi energetici. Visitando lo stand di Melinda alla recente fiera Fruit Attraction di Madrid ho avuto modo di percepire tutta la forza di un’azienda in salute che attraverso il lavoro di squadra costruisce ricchezza nel segno dell’equità. A Melinda deve quindi andare il nostro plauso”.
Situate all’interno della miniera di dolomia Rio Maggiore e protette dalla roccia a 300 metri di profondità, le celle ospitano i frutti in un ambiente asciutto e controllato. Qui le condizioni di partenza – bassa temperatura e impermeabilità garantita dalla roccia – consentono di impiegare un quantitativo ridotto di energia: circa il 30% in meno rispetto alla tradizionale conservazione nei magazzini di superficie.
“Quella del ministro è una visita gradita e carica di significato che evidenzia l’attenzione delle istituzioni per il lavoro dei nostri soci e per l’impegno di tutti noi nello sviluppo di soluzioni innovative nel segno del risparmio energetico e della sostenibilità”, ha dichiarato il presidente di Melinda, Ernesto Seppi.
Il ricorso alle celle ipogee determina anche un calo delle emissioni di CO2 in atmosfera, un importante risparmio idrico nel raffreddamento dei compressori e l’eliminazione dei pannelli coibentanti, tipicamente complessi da smaltire. Importante, infine, la possibilità di liberare spazio in superficie a beneficio del paesaggio e dell’estensione delle coltivazioni.