LUCATORTO: MERCATO DI BARI, UNA STORIA INFINITA. MA PUÒ DIVENTARE L’HUB DEL SUD

Condividi

Viene in mente il titolo di uno dei film-cult degli anni Ottanta, “The never ending story”, nel ripercorrere la storia del nuovo Mercato agroalimentare di Bari che dopo decenni dovrebbe presto accogliere una parte dei grossisti che attualmente operano nella struttura datata 1934, in cui, da tempo, non ci sono i requisiti per svolgere l’attività di ingrosso ortofrutticolo.

Il presidente di Fedagro Bari, Pino Lucatorto, spiega gli ultimi sviluppi del processo di trasferimento nella nuova struttura del mercato. “A ottobre 2024 abbiamo finalmente firmato i contratti di locazione per accedere ai box del MAAB, a metà novembre abbiamo chiesto l’allacciamento dei contatori ma il mese dopo ci hanno notificato che la domanda doveva essere fatta dal proprietario della struttura, fatto che ha ulteriormente ritardato le operazioni di trasloco”.

“A gennaio di quest’anno- continua Lucatorto- finalmente, è arrivato l’allacciamento collettivo, a febbraio sono stati pagati 14 mila euro per i 16 contatori, uno per ognuno degli spazi espositivi, ma le operazioni per il rilascio dell’energia nei singoli box non sono ancora terminate: solo allora la proprietà comunicherà ai concessionari i POD e faremo richiesta di subentro e di aumento della potenza. A quel punto, il grosso dovrebbe essere fatto”.

Una veduta del nuovo Mercato.

Ma “La storia infinita” non si è ancora conclusa, anche perchè c’è un’altra questione aperta: “Il Comune, che è socio nel Consorzio gestore del MAAB oltre che proprietario della sede dove ancora oggi operiamo, deve modificare la viabilità; nulla di complesso, ma al momento è tutto fermo”, puntualizza il Presidente.

Fin qui le lacune della parte pubblica e le lungaggini della burocrazia italiana: anche alcuni imprenditori, però, ci mettono del loro, nell’ingarbugliare la matassa. “Le aziende che hanno fatto richiesta di trasferirsi sono appunto 16; una dozzina non hanno mai partecipato ai tre Bandi indetti nel corso degli anni e vorrebbero continuare ad operare in qualche modo. Per loro era stata anche valutata la realizzazione di una tensostruttura, ipotesi che però mai hanno preso in considerazione”.

Grazie ai fondi del PNRR che hanno contribuito alla realizzazione del MAAB, è prevista la realizzazione di un secondo lotto con ulteriori spazi e opere come il fotovoltaico: “Staremo a vedere cosa succederà, commenta Lucatorto. “I bilanci della nuova struttura ovviamente presentano perdite ogni anno e la vecchia struttura gestita direttamente dal Comune cade a pezzi, mentre gli operatori sono senza contratto ormai da 5 anni. Ma non sembra che l’amministrazione abbia fretta, anzi. Personalmente, e come Fedagro, cerchiamo da tempo di stimolare l’aggregazione tra grossisti per ottimizzare il lavoro e fare la nostra parte, riducendo i costi a fronte dei servizi che dovremo offrire nella nuova piattaforma. Questo passo ormai è un salto sempre più necessario e di qualità, tenendo conto che oggi si lavora in certi casi senza celle frigorifere, senza pallet, con una logistica inefficiente. Dovremo pensare, ad esempio, alle consegne a domicilio”.

L’imprenditore pugliese nota però un certo scoramento anche da parte dei 16 operatori che hanno deciso di trasferirsi. Cambiare orario potrebbe essere la svolta? “Al momento lavoriamo dalle 4,30 alle 12 e riforniamo grossisti minori, dettaglianti, piccola distribuzione ma non possiamo offrire i servizi richiesti dalla GDO. Non tutti però sono favorevoli a uno spostamento delle lancette. Eppure, se vogliamo continuare con questa attività, dovremo cambiare, intercettare nuovi clienti come Horeca e Cash and Carry”.

“Il futuro dei mercati passa da innovazione, servizi, sostenibilità”, conclude Lucatorto. “Per affrontare queste tematiche molto dipenderà dal cambio generazionale che potrà essere facilitato solo se ci impegneremo ad affrontare la modifica degli orari di lavoro. E per quanto riguarda il futuro del mercato di Bari, sarà un successo se non perderemo ulteriormente tempo tra lungaggini burocratiche e l’assenza di visione dei partner pubblici, soprattutto il Comune. Bari potrebbe diventare davvero l’hub del meridione considerata la sua posizione geografica straordinaria”.

Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriereortofrutticolo.it

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE