LUIGI BIGHELLI, UN PIONIERE: “CONTA LA QUALITÀ”

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E’ uno dei volti storici dell’ingrosso ortofrutticolo veronese e italiano: Luigi Bighelli, genero di Giosuè Augusto Perusi, fondatore negli Anni Trenta della società Perusi, da lui poi presa in mano nel 1959 e portata al successo con coraggio e lungimiranza, è stato insignito del premio “Grossista dell’anno” in occasione della seconda edizione della Giornata dedicata alla categoria organizzata da Fedagromercati lo scorso martedì 10 giugno a Veronamercato.

Associato a Fedagro Verona, dagli anni ’80 Luigi Bighelli, assieme ai figli Maurizio, Giorgio, Stefano e Daniele, continua a garantire all’azienda una costante crescita con tenacia imprenditoriale e spirito di squadra. Da poco anche Andrea, figlio di Maurizio, si è unito nell’avventura.

Specializzata in lavorazione di cipolle e patate, l’azienda serve la distribuzione locale ma anche l’estero (che vale circa il 10%); il primo stand risale a quando ancora il mercato ortofrutticolo sorgeva in piazza Isolo, nel cuore di Verona. Poi i tempi moderni, e con essi l’evoluzione.

“Il segreto del successo? Lavorare bene con il prezzo giusto. Serve un ’attenzione costante, quasi spasmodica, alla qualità. Se una partita di merce non risponde ai nostri standard minimi, se ha troppo scarto, preferiamo non commercializzarla: perderemmo soldi e soprattutto l’immagine”, dice convinto il 91enne Luigi Bighelli, affiancato dal figlio Giorgio. La qualità quindi come driver al centro del lavoro del grossista: questo caratterizza la ditta Bighelli e fa la differenza sia con i clienti nazionali, sia con i buyers esteri.

La premiazione di Luigi Bighelli; alla sua sinistra il presidente Fedagro Valentino Di Pisa, alla sua destra il figlio Giorgio, il nipote Andrea e Jacopo Montresor, presidente Fedagro Verona

“Ogni anno la nostra azienda vende circa 150mila quintali di prodotti, il core business è rappresentato da patate e cipolle, ma completiamo anche con altro che acquisiamo da vari fornitori, pure esteri, per rifornire il mercato interno”.

Luigi Bighelli ha vissuto i tempi eroici dell’ingrosso ortofrutticolo: “Negli anni Sessanta lavoravo in Mercato fino a metà mattina e poi partivo per acquistare merce in mezza Italia quando viaggiare era ancora un’avventura: ricordo di essere rimasto bloccato in Toscana nei giorni dell’alluvione di Firenze del novembre 1966, dopo aver fatto una puntata sul monte Amiata per acquistare castagne”.

Un ruolo, quello del grossista, cambiato rapidamente negli anni. Ma per persone come Luigi Bighelli resta e resterà sempre una professione da onorare, quasi una missione.

Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriereortofrutticolo.it

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