Sulle conseguenze delle gelate di inizio aprile Davide Vernocchi (nella foto), coordinatore del settore ortofrutticolo dell’Alleanza cooperative agroalimentari afferma come “si stia seguendo la situazione con grande preoccupazione e con la massima attenzione verso la nostra base sociale”, in un’intervista a L’Informatore Agrario.
“Quasi tutte le aree frutticole del Paese, a partire dalla Pianura Padana, sono state interessate dai danni del maltempo. I danni più rilevanti hanno riguardato le drupacee e i kiwi, grosse incognite ci sono tuttavia anche nel melo. Per le pomacee al momento è presto valutare un impatto, anche se in alcuni territori si sa per certo che ci sono danni molto seri. Per il secondo anno consecutivo ci troviamo in una situazione in cui ad esempio in Romagna interi areali rimarranno senza prodotto. L’impatto lungo tutta la filiera rischia di essere assai preoccupante per le ripercussioni sia in termini occupazionali, sia in generale per tutto l’indotto, considerando anche i fornitori coinvolti. A preoccupare sono anche le conseguenze sul mercato, perché è evidente che quando un’azienda non ha prodotto, finisce per venire sostituita da altri soggetti. Quest’anno, a differenza dello scorso anno, l’ondata eccezionale di freddo ha interessato tutta l’Europa e c’è quindi il rischio che a trovare spazio sul mercato saranno le produzioni provenienti da altre areali extra UE, con tutti i punti interrogativi del caso. Occorre adesso individuare tutte le risorse possibili per consentire alle aziende di sopravvivere, a partire dalla legge 102. Va fatta però al contempo una seria riflessione, soprattutto oggi che siamo alla vigilia della riforma della Pac, sull’individuazione di strumenti adeguati che andranno messi a punto a tutela del rischio, quando si verificano elementi calamitosi eccezionali. Così non può andare”, rimarca ancora Vernocchi. “Rispetto agli strumenti assicurativi, per l’ennesima volta si è visto che non sono un argine al problema: è sempre scarso infatti l’interesse da parte delle polizze assicurative a far fronte a questi tipi di eventi eccezionali. E quando lo fanno, le compagnie adottano costi e condizioni decisamente insostenibili per le aziende”.
(fonte: L’Informatore Agrario)