“Le tasse sulla plastica e sullo zucchero inserite nella Legge di bilancio sono misure che possono avere pesanti ripercussioni sul settore agroalimentare con danni complessivi stimati intorno ai 350 milioni di euro ed è per questo che sollecitiamo un impegno parlamentare e di governo per ridurne fortemente l’impatto”. Lo ha affermato il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri a margine della conferenza stampa della Ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova per illustrare le misure previste per il comparto all’interno della manovra (leggi news).
“Si tratta di una tassa – spiega Mercuri – che rischia di pesare in maniera esclusiva su chi trasforma il prodotto, perché è impensabile supporre che si possa trasferire in maniera immediata il rincaro ad esempio di 5 centesimi su una bottiglia di latte o su una insalata in busta, perché ciò andrebbe a provocare una diminuzione pressoché immediata dei consumi, senza avere poi alcun beneficio di tipo ambientale”
Mercuri ha quindi evidenziato come le principali cooperative agroalimentari siano all’avanguardia nell’uso di materiali sostenibili e riciclabili. “Molte delle nostre aziende – ha ricordato il presidente appena riconfermato alla guida dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari – hanno fatto del corretto uso degli imballaggi in termini di servizio e di valorizzazione dei prodotti italiani un asse di sviluppo e alcune di esse sono state promotrici di consorzi di raccolta e di gestione del riciclo dei principali materiali degli imballaggi come la plastica. Ci sono inoltre già oggi esperienze di utilizzo di plastica compostabile che non viene abbastanza incentivata e considerata quale nuova materia organica da promuovere e sostenere”.
Per quanto riguarda la sugar tax, si tratta di una imposta che andrà a colpire bevande con edulcoranti e succhi di frutta con la sola eccezione di quelli che contengono zuccheri propri con una aliquota pari a 10 euro per ettolitro di prodotto finito, pari a 10 centesimi di euro per ogni litro di bevanda. “In un momento in cui le vendite di prodotti alimentari sono in contrazione – conclude Mercuri – ogni aumento del prezzo finale non farà altro che innescare un ulteriore calo dei consumi che a sua volta ridurrà ulteriormente i redditi delle imprese del comparto”.