Le vendite nella distribuzione italiana sono in crescita, anche senza la spinta dell’inflazione. E’ quanto emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulla GDO italiana e internazionale a prevalenza alimentare, realizzato dall’Area Studi Mediobanca e presentato ieri, 31 marzo, a Milano. L’indagine aggrega i dati economico-patrimoniali di 124 aziende nazionali e di 31 tra i maggiori player internazionali per il periodo 2019-2024.
“Le imprese distributive interpellate – ha spiegato Oriana Romeo di Mediobanca – si aspettano un ulteriore sviluppo della marca del Distributore e dei discount. Noi analizziamo separatamente questo canale, ma i confini con la distribuzione classica sono sempre più labili. Ci si attende anche una maggiore concentrazione del mercato”.
Venendo ai numeri, nel 2024, anno in cui non si è fatto sentire il peso dell’inflazione, il rapporto stima una crescita delle vendite della GDO italiana del 3% sul 2023, che segue un biennio in cui l’aumento generalizzato dei prezzi ha spinto le vendite del +7,6% nel 2022 e +7,7% nel 2023. In ripresa nel 2023 gli investimenti materiali: +18,7% sul 2022. Il 90% delle imprese nel 2023-2024 ha effettuato investimenti per ristrutturazioni di punti di vendita già esistenti, l’80% per nuove aperture.
Un dato davvero interessante è la crescita della Distribuzione organizzata che, escludendo Coop e Conad, è cresciuta del 6,7% tra il 2019 e il 2023, anche grazie all’incremento delle basi associative. “All’interno della DO – ha spiegato Romeo – ci sono imprese molto diverse tra loro, alcune delle quali hanno realizzato performance di tutto rispetto, con risultati molto importanti e vicini a quelli del discount”. A questo proposito, il fatturato di quest’ultimo canale è cresciuto del 9,2% sul 2022, non lontano dal +7,3% degli altri operatori, registrando un tasso medio di crescita delle vendite tra il 2019 e il 2023 del 9,3% (+5,7% gli altri).
“Il 2023 – ha sottolineato Romeo – è stato un anno molto positivo per la GDO, con crescita dei margini e della redditività. Ma al di là dei numeri, la capacità di stare sul mercato dipende anche dalla sostenibilità economica. E’ alta l’attenzione verso le tematiche ambientali e sociali. I motivi per questo interesse sono sostanzialmente tre: l’immagine, il rispetto delle leggi sulla rendicontazione e la visione imprenditoriale. Le imprese spinte da quest’ultimo motivo sono quelle in cui la rendicontazione sulla sostenibilità è meglio strutturata”.
GDO, affare di famiglia: passaggio generazionale tema caldo
Un altro tema su cui l’Osservatorio si è soffermato è quello della Governance. L’85% delle aziende della gdo è a controllo familiare, con un’età media dei soci di 55 anni, sono praticamente assenti i fondi di private equity. “Tre componenti su quattro dei board – ha spiegato – sono soci azionisti, e si denota una scarsa apertura a manager esterni alla famiglia a livello apicale, questo può inficiare i risultati delle aziende perché le logiche alla base di relazioni familiari sono diverse se non addirittura opposte a quelle aziendali. La scarsa apertura nei confronti della managerialità esterna si riscontra soprattutto nelle donne: quelle che siedono nei board sono praticamente sempre parte della famiglia. In questo contesto, il tema del passaggio generazionale è particolarmente caldo per la distribuzione italiana”.
Elena Consonni