MELE “OGM FREE” IN INDIA, IL CASO APPRODA IN SENATO

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Sono migliaia, ad oggi, i container che rischiano di rimanere fermi nei magazzini di stoccaggio per mancanza di chiarezza sulla certificazione che lo Stato indiano farà entrare in vigore il 1° Marzo prossimo sui prodotti ortofrutticoli europei, tra i quali anche le mele “Made in Italy”.

L’India costituisce un importante mercato di sbocco sia per i prodotti di qualità italiana sia per tutto il nostro settore alimentare e, negli ultimi anni, l’intero export europeo in India di frutta e verdura fresca ha registrato una crescita significativa, con un picco nel 2019 di quasi 100 mila tonnellate inviate nel Paese asiatico per un valore di 82,5 milioni di euro.

Precisa il Senatore Mino Taricco (nella foto): “In Italia, secondo gli ultimi dati, anche la campagna 2020/2021 ha registrato un’ottima partenza, nonostante le innumerevoli problematiche legate alla pandemia da Coronavirus e da operatori commerciali risulterebbero in partenza oltre 1.500 container di prodotto in partenza, per un valore di quasi 50 milioni di dollari.

Il “Nuovo ordine indiano”, che entrerà in vigore dal 1° Marzo 2021, introduce l’obbligo di una certificazione OGM-free ed una procedura che i produttori europei ritengono non necessaria alla luce delle garanzie della robusta legislazione dell’Unione europea proprio in termini di OGM, e della tracciabilità prevista per le produzioni europee, ed anche che non esiste autorizzazione per la produzione di frutta e verdura OGM in Europa. Purtroppo, proprio per questo non esiste alcuna certificazione OGM-Free definita e perciò la UE ha richiesto all’India una deroga per le proprie produzioni, ma allo stato tra i continenti non vi è accordo sulla materia. La mancanza di chiarezza ha già complicato pesantemente la preparazione della stagione delle esportazioni durante gli scorsi mesi di Ottobre e Novembre e nell’avvio della campagna. L’incertezza diventa maggiormente grave nell’imminenza delle prossime spedizioni programmate, che arriveranno in India dopo il 1° Marzo – data di entrata in vigore del provvedimento indiano – e per le produzioni europee e italiane in particolare proprio nel picco delle esportazioni ortofrutticole.

Le conseguenze, in caso di blocco di questi container, sarebbero devastanti per il settore.

È per questo motivo che abbiamo voluto sollecitare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali di concerto con il Ministro dello sviluppo economico per richiedere che vengano valutate celermente le ipotesi di soluzione del problema.

E’ necessario dare un rapido sbocco alla situazione di incertezza e disorientamento nella quale le imprese del settore e le loro associazioni si trovano, considerando anche l’impegno, i programmi di lavoro ed i rischi che ogni giorno devono affrontare, oggi aggravati dall’emergenza pandemica in corso. E’ positiva l’azione che la Commissione europea sta portando avanti per ottenere la deroga per le nostre produzioni, anche alla luce del fatto che le nostre produzioni sono senza ombra di dubbio OGM FREE, ma stante l’imminente entrata in vigore delle nuove norme indiane, è necessario trovare una soluzione immediata anche eventualmente proponendo, unitamente alla richiesta di deroga generale europea basata sulla garanzia fornita dal quadro giuridico europeo sugli OGM, l’attivazione nell’immediato di un sistema di certificazione individuale con una dichiarazione/certificazione, che sia ovviamente concordata con lo Stato indiano, che garantisca il prosieguo dell’export nel paese asiatico”, conclude così il Senatore Mino Taricco.

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