Sui meloni la stagione stenta a decollare. Dopo le prime settimane di giugno sottotono dal punto di vista delle vendite, a causa del clima non favorevole con temperature basse e piogge frequenti, la situazione non è migliorata successivamente.
“La scorsa settimana – afferma Bruno Francescon, a capo dell’omonimo gruppo mantovano – è stata molto bella dal punto di vista climatico. Per questo pensavamo ad un’esplosione dei consumi, dal momento che fino a quel momento molti italiani, ma anche altri consumatori europei, non avevano ancora mangiato meloni, visto il meteo che non favoriva i consumi. Ci aspettavamo una settimana fantastica. Le attese invece sono state deluse”, spiega l’imprenditore lombardo.
“I consumi sono stati bassi così come le vendite. Qualcuno dà la colpa di questa situazione a prezzi troppo elevati proposti da qualche distributore, ma in realtà anche le catene che hanno effettuato promozioni molto concorrenziali non ha ottenuto buoni riscontri sulle vendite. Prosegue purtroppo una disaffezione del consumatore sul melone, così come su anguria e altra frutta estiva. Sinceramente”, ammette Francescon, “non so spiegarmi questa mancata partenza dei consumi. Le premesse per fare bene c’erano tutte”.

Sul futuro difficile fare previsioni. Il meteo degli ultimi giorni non aiuta. “La situazione è molto incerta. In questo momento della stagione ci manca il 30% della produttività media delle piantagioni, a causa del clima e delle allegagioni scarse. Speravamo di compensare questa mancanza di volumi con prezzi più sostenuti, cosa che purtroppo non sta accadendo. I prezzi non salgono e anzi, in alcuni casi, scendono leggermente. La situazione è in stallo. Siamo un po’ spaesati”, ammette Francescon.
“Dal punto di vista qualitativo il prodotto, nonostante le avversità climatiche che non hanno aiutato, è ottimo. Ci sono tutti i presupposti per fare una buona campagna, ma devono partire i consumi”.
Sul futuro ci si attende una scarsità di produzione fino al 10 luglio circa, mentre successivamente si dovrebbe tornare alla normalità.
Emanuele Zanini