“Una Caporetto”. Bruno Francescon (nella foto) definisce così questa prima parte di giugno per il mercato dei meloni, passato negli areali del centro e soprattutto Nord Italia, in particolare nel Mantovano e Veronese. Il titolare dell’op con sede a Rodigo (Mantova), top player del comparto, non usa mezzi termini per definire questo scorcio d’annata, caratterizzato dal maltempo un po’ lungo tutto lo Stivale e dal conseguente drastico calo dei consumi.
“Dal 2 giugno in poi la situazione è diventata improvvisamente drammatica”, precisa l’imprenditore lombardo. “Le piogge e le basse temperature in Italia ma anche in Europa hanno bloccato i consumi. In pochi giorni siamo passati da dover tagliare gli ordini ai nostri clienti per una domanda molto sostenuta, ad avere merce stoccata per scarsa richiesta. I prezzi sono crollati, praticamente dimezzandosi, passando dai 2 euro al chilo di media, a 1 euro. Con vendite in certi casi vicine allo zero. Ci sono gruppi distributivi che hanno ordinato qualche pallet, quando invece nello stesso periodo dello scorso anno riempivano camion completi”.
Una condizione che secondo Francescon è stata causata solo dal maltempo che ha imperversato negli ultimi dieci giorni, “perché la qualità del prodotto rimane eccellente“.
Campagna da incorniciare in Sicilia
E pensare che la campagna meloni in Sicilia aveva ottenuto finora risultati straordinari nel corso della primavera. “Per i produttori siciliani è stata una delle migliori annate – se non la migliore – degli ultimi vent’anni”, ricorda il produttore mantovano. “Il successo della campagna siciliana è stata possibile ad una serie di fattori positivi: una allegagione inferiore alle prospettive con meno chili per pianta e una campagna lunghissima, iniziata ad inizio aprile con i primi stacchi con 15-20 giorni di anticipo rispetto alla media. Una campagna diluita nel tempo, senza picchi produttivi, accompagnata dal caldo e un prodotto di buona qualità”.
Poi il passaggio di testimone dal Sud al Nord ai primi giorni di giugno è stato traumatico. Ma anche la prima parte dell’annata, caratterizzata dal prodotto di importazione dall’Africa e in particolare dal Senegal, è stata molto negativa, condizionata pesantemente dal Covid-19. “A fronte di un exploit di prodotti come mele, arance, patate e cipolle, il melone a inizio campagna è stato considerato come non prioritario, causando un blocco delle vendite e dei consumi”, sostiene Francescon. “La chiave di volta è stata la seconda metà di aprile, dopo Pasqua, con la stagione siciliana che ha preso il volo”.
“D’ora in poi c’è grande ottimismo”
Nonostante gli alti e bassi, l’imprenditore mantovano rimane molto ottimista per le settimane a venire della campagna, che proseguirà fino a settembre. “Il maltempo è l’unico nostro “nemico”. Pertanto sono certo che questo inizio giugno così negativo è stato solo un momento. Gli impianti sono belli e in salute, con discrete allegagioni. Non esistono surplus produttivi. Quindi appena si rimetterà in sesto il tempo, ripartiranno consumi e richieste, con prezzi che prevedo in risalita. Bisogna avere pazienza, il temporale passerà in fretta e tornerà il sereno”.
Emanuele Zanini