I 19 Centri agroalimentari all’ingrosso aderenti a Italmercati hanno saputo rispondere meglio del settore e del sistema Paese in generale alla sfida e alle criticità sollevate dall’emergenza Covid, confermandosi player di primo piano nello scenario economico di settore ma anche nazionale, con un fatturato di 80 milioni, l’attivazione di filiere di fornitura e subfornitura per 107 milioni di euro e un contributo complessivo al PIL nazionale di 85 milioni.
Il tutto prendendo in considerazione un ecosistema di 2.500 imprese operanti all’interno degli associati di Italmercati, che attiva un giro d’affari diretto di 9 miliardi (22 miliardi includendo anche indiretto e indotto, per un valore aggiunto totale di 12 miliardi di euro e 260.000 posti di lavoro).
La potenza economica della rete Italmercati e la sua capacità di resilienza nel periodo buio del Covid, che ha invece messo in seria difficoltà gran parte delle attività economico nazionali, sono ben illustrati dai numeri del rapporto “L’Italia alla prova del cambiamento, la risposta dei mercati agroalimentari all’ingrosso” messo a punto da European House Ambrosetti per Italmercati e presentato oggi alla Casa del Cinema a Villa Borghese di Roma.
“Un rapporto veramente utile per far conoscere meglio l’importanza de nostro sistema troppo spesso sottovalutato e poco considerato”, ha detto il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, introducendo il report che evidenzia come i mercati della rete abbiano avuto un ruolo chiave nel presidio della distribuzione di prodotto fresco, senza compromettere operatività ed efficienza, tanto da limitare le perdite di fatturato al -1,4% nel 2020 contro il -2,8% del settore e il -9,6% della media italiana.
Ma soprattutto, brilla il dato occupazionale degli associati Italmercati, con un +1,7% di crescita di impieghi nel 2020 contro il -3,4% del settore e il -2,1% della media nazionale. Non solo i mercati all’ingrosso di Italmercati hanno parato i colpi della crisi determinata dal Covid, hanno anche lanciato un’efficace controffensiva con un 67% degli associati che hanno “efficientato” i propri sistemi di logistica e magazzino e il 47% che ha realizzato una piattaforma online per la prenotazione delle merci.
“E siamo pronti alle sfide del PNRR – ha sottolineato il presidente Pallottini – che ha assegnato risorse per 800 milioni ai mercati agroalimentari all’ingrosso. Italmercati ha lavorato da subito per farsi trovare preparata all’appuntamento. Siamo pronti come sistema, la nostra è una sfida di sistema. Diciamolo: 800 milioni per la logistica sono pochissimi e mi auguro quindi che il governo pensi a un recupero di risorse magari inutilizzate da qualche altra parte”.
La rete dei Mercati – ha spiegato Pallottini – ha previsto investimenti per 450 milioni di euro nel periodo 2021-2026 dedicati a progetti nella direzione auspicata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che riguardano la digitalizzazione, la transizione ecologica, le infrastrutture, l’istruzione e la ricerca, con la volontà di proporsi con maggior forza come anello di congiunzione della filiera agroalimentare.
I Centri agroalimentari delle principali città italiane come Roma, Milano, Torino, Genova e Firenze, hanno già avviato un profondo lavoro di ammodernamento, improntato all’efficienza e alla digitalizzazione.
Per cogliere pienamente le opportunità offerte dal PNRR, lo studio Ambrosetti rileva come occorra una visione condivisa da tutti gli operatori per affrontare le sfide dei prossimi anni, a partire dal rafforzamento dimensionale del settore. Basti pensare che l’Italia conta oggi 137 mercati agroalimentari all’ingrosso, più di cinque volte la Spagna (25) e sei volte la Francia (22), con un giro di affari delle loro aziende pari a 9 miliardi di euro, il 40% in meno di quelle spagnole (14 miliardi di euro) e il 30% in meno di quelle francesi.
Perciò, tra le sfide che nel prossimo futuro che attendono Italmercati – ha osservato il presidente Pallottini – c’è senz’altro (oltre alla “Rivoluzione verde” che punti a un prodotto consegnato anche in modo sostenibile e non inquinante nelle grandi città e alla “Rivoluzione digitale” che prevede lo sviluppo di una piattaforma di distribuzione), quella di sviluppare nuove forme di riforma di sistema che privilegi poche strutture, grandi ed efficienti”, per sviluppare nel miglior modo gli investimenti e garantire la distribuzione in tutti gli angoli del Paese.
Il convegno organizzato da Italmercati ha visto tra l’altro la partecipazione del sottosegretario alle politiche agricole Francesco Battistoni, dell’eurodeputato e membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Paolo De Castro, dell’assessore alle attività produttive e pari opportunità del Comune di Roma Monica Lucarelli, del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e di Patrizia De Luise (presidente di Confesercenti).
Quest’ultima ha messo in rilevo come l’emergenza Covid abbia fatto riscoprire il negozio sotto casa. “Le attività di prossimità – ha detto – hanno fornito un servizio fondamentale nell’emergenza, non hanno mai smesso. E’ senz’altro vero che il mercato all’ingrosso sia preso poco in considerazione, ci si dimentica che esistono i quartieri, che esistono i cittadini che vivono nei territori. Il mercato all’ingrosso, quello rionale, il negozio alimentare e i ristoranti devono stringere la filiera, devono essere capaci di fare progetti per chiudere l’anello”. E, soprattutto – ha sottolineato – “bisogna saper utilizzare quei fondi europei che per troppi anni sono tornati indietro”.
Alle rimostranze del settore escluso dai fondi Pac, l’eurodeputato De Castro ha osservato come “il ruolo dei mercati agroalimentari all’ingrosso sia stato sancito e riconosciuto più volte dalla Politica europea; questo non significa essere beneficiario diretto della Pac, perché spetta agli agricoltori, ma nell’ambito della nuova Pac sicuramente c’è posto per per supporto al sistema”.
Mentre il sottosegretario alle politiche agricole Battistoni ha assicurato che “da parte delle istituzioni c’è la percezione dell’importanza dei mercati agroalimentari all’ingrosso, che svolgono tra l’altro una importante attività di tracciabilità del prodotto”. Per quanto riguarda l’iter di assegnazione dei fondi del PNRR, Battistoni ha annunciato che “entro fine giugno usciranno i bandi, entro fine anno le graduatorie e dal prossimo anno inizieremo a spendere i soldi”.
Cristina Latessa