E’ positivo il bilancio di Fruit Logistica per Mioorto, sia dal punto di vista estero, che da quello domestico. “C’è stata una buona affluenza da parte dei buyer esteri – ci ha raccontato Laura Pedrini commerciale estero Mioorto, il giorno di chiusura della manifestazione – soprattutto nei primi due giorni. Hanno visitato il nostro stand i nostri clienti, con i quali abbiamo consolidato la fidelizzazione e il rapporto commerciale e ipotizzato alcune strategie per la prossima stagione estiva e per l’anno appena iniziato. Alcuni prodotti, come le zuppe e il prodotto bio, potrebbero essere di particolare interesse”.
“Abbiamo anche incontrato nuovi potenziali clienti dai Paesi dell’Est: Bulgaria, Estonia, Lituania, Macedonia”, prosegue Pedrini. “Si stanno approcciando ora al mondo della IV Gamma, stanno cominciando a capire il valore aggiunto di un prodotto con una quota di servizio molto importante. Questa consapevolezza è arrivata con il generale miglioramento della condizione economica di questi Paesi. Qualche anno fa era stata la Polonia a fare questo percorso e oggi si vedono i risultati”.
Lo stand a Berlino. Nella foto di apertura, gli intervistati
Forse meno vivace, ma non per questo meno interessante, lo scenario emerso dagli incontri con i buyer italiani. “Sicuramente il nostro è un mercato più statico – ha affermato Carlo Mazzoleni, commerciale Italia Mioorto – ma la fiera serve sempre per consolidare rapporti storici e avere la possibilità di un punto di incontro, in cui presentare le novità e rafforzare la collaborazione, parlando anche di prospettive a medio e lungo termine. E’ un momento di discussione costruttiva per entrambe le parti, non solo di vendita.
“Pensiamo che in una fase di mercato complessa come quella attuale avere delle occasioni di confronto al di fuori della routine lavorativa – conclude – possa aiutare a capire come proseguire nel breve e lungo termine, per avviare collaborazioni e sinergie. Secondo me è un po’ questo il senso delle fiere: siamo italiani e quando siamo all’estero si risveglia in noi un senso di identità, di cui poi ci si scorda una volta in patria”.
Elena Consonni
fonte: Freshcutnews.it