NICHEL FREE, RESIDUO ZERO E BIOLOGICO: LE TRE LINEE DI CRESCITA DI MONCADA

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Ricerca di varietà dal gusto deciso con un occhio di riguardo alla resistenza sugli scaffali, attenzione alla salubrità e all’impatto ambientale del prodotto, orientamento verso la GDO nazionale senza trascurare l’estero. Ecco come si presenta il pomodoro in casa Moncada, la OP di Ispica (Ragusa) con una lunga tradizione alle spalle e una riconosciuta specializzazione. Abbiamo chiesto a Salvo Moncada di raccontarci la stagione dei pomodori dell’OP di cui è responsabile commerciale.
Salvo Moncada
Partiamo da qualche dato economico e dalla produzione.
Per inquadrare il dimensionamento dell’azienda, l’OP Moncada mette sul mercato ogni anno circa 10 mila tonnellate di ortaggi freschi destinati per il 99% alla GDO Italiana. Il pomodoro ne rappresenta l’80% mentre il restante 20% viene occupato dalle zucchine per il 15% e dalle melanzane per il 5%. L’OP oggi può contare su 150 ettari di colture protette, 50 ettari di nostra proprietà, e su 15 produttori associati e certificati che conferiscono direttamente alla nostra azienda insieme ad altri produttori non associati ma fidelizzati e certificati. Siamo certificati IFS, Global Gap, Grasp, biologico e dal 2021 Nichel Tested.
Quali sono le tendenze emergenti? 
Per rispondere alle esigenze del mercato abbiamo imboccato tre strade distinte. La prima è rappresentata da prodotti a filiera controllata con alti standard qualitativi che rispondono alla esigenza della GDO di fidelizzare il consumatore con prodotti a marchio della propria insegna. La seconda è il prodotto Premium con i plus del Nichel Tested o del Residuo Zero; è un prodotto dal gusto inconfondibile, che nello stesso tempo risponde alla ricerca di benessere del consumatore e alla sostenibilità ambientale. Il Nichel Free, grazie al suo contributo di contrasto alle intolleranze alimentari, quest’anno è cresciuto del 30%. La terza strada che abbiamo imboccato è quella del prodotto biologico, una fascia che registra una crescita costante, e che portiamo avanti insieme ai prodotti a residuo zero, che sono destinati a prendere sempre più piede, date le direttive sui disciplinari nazionali.
Su quali varietà puntate? 
Per quanto riguarda il pomodoro, abbiamo tutte le tipologie: datterino, ciliegino, ciliegino IGP di Pachino, cocktail mini oblungo, datterino arancione e giallo, ciliegino giallo, Camone (quello vero), costoluto, cuore di bue, oblungo verde, oblungo rosso, l’Intense in diverse tipologie. La gamma è completata dallo zucchino verde scuro, chiaro e striato, e dalla melanzana tonda, lunga e viola.
Come sta andando la stagione? 
Lavorando con la GDO praticamente non c’è stagione che va bene e stagione che va male; comandano i programmi. Per lo più, l’annata è influenzata molto dal clima e dalle avversità che colpiscono la produzione. Ovviamente il Covid-19 ha influenzato – ma leggermente – le lavorazioni in magazzino, facendo aumentare le lavorazioni dei prodotti confezionati perché un prodotto confezionato è meno manipolato e dà più garanzie contro la trasmissione del virus.
Utilizzate l’e-commerce? Che ruolo ha per voi? 
Durante la pandemia abbiamo sfruttato il nostro e-commerce per la vendita di prodotti freschi e trasformati direttamente al consumatore. Il lockdown ha favorito la vendita online e noi abbiamo seguito la scia utilizzando internet. Penso che comunque sia difficile riuscire a movimentare un prodotto fresco tramite i corrieri e che sia molto più pratico che la Grande Distribuzione Organizzata venda il prodotto sui propri scaffali. Di certo non ci porremo ostacoli, se un giorno tutto dovesse cambiare.
Problemi di parassitosi?
Sta creando danni il Tomato Brown Rugose Fruit Virus, che sta riducendo la  capacità produttiva incidendo chiaramente sulle vendite. Questo virus si trasmette facilmente per contatto e comporta una profilassi impegnativa. Siamo in attesa di varietà tolleranti che ci possano riportare alla normalità.
Come vede le prospettive in generale? 
Il comparto agricolo ha bisogno di più remunerazione da parte della filiera, perché, altrimenti, non si può puntare sulla qualità e sulla ricerca. Abbiamo bisogno di utili maggiori perché, per garantire un prodotto salubre, sano, gustoso e che impatti meno sull’ambiente, bisogna investire su macchinari ad alta tecnologia e sulla formazione del personale. Ovviamente, se a fine campagna non si hanno le risorse per gli investimenti, il futuro si fa incerto.
Quali obiettivi si pone Moncada per il futuro? 
Stiamo puntando sul nichel free, sul residuo zero e sul biologico. Stiamo lavorando su tutta la filiera, dal seme alla confezione, per cercare di rispettare tutte le esigenze, la salute umana a quella dell’ambiente che ci circonda. Puntiamo su ortaggi gustosi e sani attraverso l’innovazione, l’impegno e una storia che dura da trent’anni. Lo testimonia anche il nostro motto: “Tutta Salute, Tutta Sicilia.
Come ha impattato il Covid? 
Nel 2020 i prodotti Premium hanno avuto un calo delle vendite e diverse catene della GDO hanno anche sospeso alcune referenze di nicchia. Si è cercato di rispondere all’invasione dei consumatori con prodotti convenzionali e confezioni di grammatura maggiore. Ora tutto sembra ritornato nella normalità. Si sta tornando agli standard di consumo abituali per i prodotti Premium. Le misure di sicurezza sanitaria indubbiamente ci rallentano, incidendo anche sui costi di lavorazione. Anche da questo punto di vista, non vediamo l’ora di rientrare nella normalità.
Stefania Tessari
(fonte: Corriere Ortofrutticolo n. 3/2021)

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