NODO REGOLAMENTO IMBALLAGGI: COSA CAMBIA PER IL COMPARTO E I TIMORI DEL SETTORE

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Il 22 gennaio scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggio, noto anche come PPWR. Il Regolamento è già pienamente in vigore e inizierà ad essere in applicazione da agosto 2026.
Le aziende hanno quindi tempo per adeguarsi ai dettami del nuovo Regolamento, che si applica a tutti gli imballaggi, compresi quelli dei prodotti ortofrutticoli, anzi prevede alcune disposizioni specifiche proprio per questa filiera.
Per supportare le aziende in questa fase, CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) ha avviato un gruppo di lavoro cui siedono, oltre ad esponenti del Consorzio, anche i rappresentanti di aziende produttrici, associazioni e consorzi di filiera. Grazie all’attività di questo team di esperti, CONAI mette a disposizione delle aziende una serie di strumenti, il primo dei quali è stato il webinar “Nuovo Regolamento Imballaggi: indicazioni operative per le imprese”, che si è svolto ieri, 4 marzo.


“Il PPWR – ha sottolineato Donata Gammino, Centro Studi per l’Economia Circolare di CONAI – si applica a tutti gli imballaggi, indipendentemente dall’ambito di utilizzo e si basa su tre principi: prevenzione, riciclo, riduzione. L’obiettivo è quello di ridurre progressivamente i rifiuti da imballaggio, fino ad arrivare, nel 2040, a un -15% rispetto al 2018”. Per raggiungerlo il Regolamento contiene una serie di prescrizioni, cui le aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi, dovranno adeguarsi, che diventeranno operative con diverse tempistiche.
La prima scadenza riguarda la limitazione della presenza di sostanze pericolose negli imballaggi, che dal 12 agosto 2026 non potranno essere immessi sul mercato se supereranno determinati valori di PFAS, sostanze perfluoro alchiliche largamente utilizzate fin dagli anni Cinquanta in diverse categorie di imballaggi.


Scattano invece nel 2030 le prescrizioni sulla riciclabilità. Dal 1 gennaio, infatti, tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili, secondo tre classi di riciclabilità; dal 2035 dovranno anche essere raccolti separatamente e riciclati su larga scala ed entro il 2038 potranno rimanere sul mercato solo gli imballi appartenenti alle due classi più virtuose. Il Regolamento non è ancora completamente esplicito su questo punto, infatti entro il 1° gennaio 2028 la Commissione attraverso degli atti delegati definirà i criteri di progettazione per il riciclo e la classificazione della riciclabilità. Entro il 2030 dovrà poi adottare gli atti di esecuzione per determinare cosa intende per riciclo su larga scala e mettere a punto un meccanismo di tracciabilità che permetta di valutarlo.
Un altro aspetto su cui la Commissione dovrà dare ulteriori informazioni entro la fine del 2026 è il contenuto minimo di materiale riciclato negli imballaggi in plastica. Le aziende avranno così tempo per adeguarsi ai limiti imposti, che possono variare dal 10 al 35% in funzione della tipologia di imballo.


Una prescrizione che chiama esplicitamente in causa la filiera ortofrutticola è quella della compostabilità. Dal febbraio 2028, infatti, alcuni imballaggi dovranno essere compostabili e tra essi figurano le etichette adesive applicate ai prodotti ortofrutticoli.
Un obbligo che riguarderà tutti gli imballi è invece quello sulla riduzione di peso e volume degli imballaggi al minimo necessario per garantirne la funzionalità. Dal febbraio 2028 gli imballaggi per la vendita dovranno ridurre al minimo gli spazi vuoti ed evitare doppie pareti e strati non necessari. I materiali di riempimento sono considerati dal Regolamento come spazi vuoti. “Al momento – ha precisato Gammino – non sono previsti target di riduzione di quantitativi”.
Un tema particolarmente ostico è quello dell’etichettatura armonizzata degli imballaggi. E’ aperto un tavolo di lavoro che porterà a delle novità alle norme attuali in vigore nei singoli Paesi. La scadenza per la Commissione è l’agosto 2026, in modo che le aziende siano pronte, nel 2028, ad adottare l’etichetta armonizzata che conterrà informazioni sulla composizione del materiale di imballaggio per agevolare la raccolta differenziata.
Un’altra prescrizione che chiama in causa direttamente l’ortofrutta è quella sugli imballaggi in plastica monouso. Dal 1° gennaio 2030 saranno infatti vietati, tra gli altri, quelli destinati al confezionamento di frutta e verdura non trasformata, per un peso inferiore a 1,5 kg. Il divieto vale per reti, sacchetti, vassoi.
Di contro la norma favorisce il riutilizzo: dal 1° gennaio 2030 almeno il 40% degli imballaggi totali utilizzati per il trasporto dovrà essere riutilizzabile; per gli imballi impiegati nel trasporto tra siti produttivi, si dovrà arrivare alla totalità. Già nel settore ortofrutticolo sono presenti dei circuiti di riutilizzo degli imballaggi, che presumibilmente verranno implementati per adeguarsi al Regolamento. Entro febbraio 2027, la Commissione dovrà stabilire il numero minimo di rotazioni necessarie per definire un imballaggio riutilizzabile.


“Siamo preoccupati per tanti aspetti del regolamento – ha commentato Adele Scicchitano di Unione Italiana Food che partecipa al gruppo di lavoro CONAI sul PPWR portando gli interessi delle aziende alimentari – in particolare per quanto riguarda la responsabilità estesa del produttore, che abbraccia anche l’utilizzatore degli imballaggi. Il settore alimentare, in particolare, dovrà seguire gli obblighi introdotti da Regolamento, ma garantendo comunque i criteri di igiene, sicurezza e shelf life propri di ogni alimento. Tra le misure che avranno un maggiore impatto segnalo le prescrizioni sugli imballaggi in plastica per frutta e verdura, che prevedono però un’esenzione la IV gamma. A causa della fragilità e della shelf-life ravvicinata di questa categoria non sarebbe possibile prevedere un diverso tipo di packaging”.


“Gli ultimi tre anni – ha aggiunto Luca Stramare, Direttore del Centro studi per l’economia circolare Luca Stramare – sono stati molto intensi sul fronte della negoziazione del testo del Regolamento, che ancora non è completo. Da qui al 2040 verrà completato”.


CONAI continuerà a seguire l’evoluzione del Regolamento e a proporsi come riferimento per chiarire i dubbi delle aziende. Ha già messo in atto alcuni strumenti, come un form di raccolta delle domande nella sezione “Contattaci” del proprio sito. “Raccoglieremo e cercheremo di dare risposta alle domande raccolte – ha concluso Stramare – realizzando dei documenti specifici o attraverso una sezione FAQ. Intanto stiamo finalizzando un vademecum dedicato al PPWR, che presenteremo il 16 aprile, in un webinar dedicato”.

Elena Consonni

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