Dopo aver portato a casa le Dolomiti e la Dieta mediterranea, l’Italia candida alla prestigiosa Lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco un paesaggio rurale, quello delle Langhe-Roero e Monferrato, celebre per i vini (Barolo, Barbaresco, Barbera, ecc). “È la prima volta che il governo italiano candida un paesaggio rurale – dice il ministro Mario Catania.
A conferma dell’attenzione dell’esecutivo per i temi dell’agricoltura. Mi auguro che la valutazione dell’Unesco possa essere positiva, conferendo così il giusto riconoscimento a un territorio pieno di storia e poesia, che in questa area del Piemonte si fa tutt’uno con la tradizione agricola portata avanti nei secoli dai suoi abitanti”.
Complimenti al Piemonte e al ministro per la scelta davvero rivoluzionaria: sulla nostra agricoltura si fanno troppi bla-bla e poche cose concrete. Questa è una cosa concreta. L’esperienza dimostra che l’agricoltura può diventare un volano di ricchezza per tutto il territorio, aldilà del puro reddito agricolo. Montalcino è una delle località più visitate della Toscana; la Francia agricola è un grande museo a cielo aperto, valorizzato da un marketing in grande stile.
Anche l’ortofrutta potrebbe dire la sua con i distretti delle mele in Trentino Alto Adige, le pere tra Modena e Ferrara, i giardini di arance in Sicilia, i radicchi in Veneto e così via. Qui l’economia agricola fa tutt’uno con storia, cultura, ambiente, tradizioni. C’è tanto lavoro da fare non solo sul marketing dei prodotti ma anche sul marketing territoriale, che si sposa a quello dei prodotti. E l’uno arricchisce l’altro. Tutti capitoli di un grande libro, quello della comunicazione dei valori dell’ortofrutta, ancora in gran parte da scrivere.
NON SOLO IL BAROLO ALLA TAVOLA UNESCO. CI SAREBBE ANCHE LA FRUTTA
Dopo aver portato a casa le Dolomiti e la Dieta mediterranea, l’Italia candida alla prestigiosa Lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco un paesaggio rurale, quello delle Langhe-Roero e Monferrato, celebre per i vini (Barolo, Barbaresco, Barbera, ecc). “È la prima volta che il governo italiano candida un paesaggio rurale – dice il ministro Mario Catania.
A conferma dell’attenzione dell’esecutivo per i temi dell’agricoltura. Mi auguro che la valutazione dell’Unesco possa essere positiva, conferendo così il giusto riconoscimento a un territorio pieno di storia e poesia, che in questa area del Piemonte si fa tutt’uno con la tradizione agricola portata avanti nei secoli dai suoi abitanti”.
Complimenti al Piemonte e al ministro per la scelta davvero rivoluzionaria: sulla nostra agricoltura si fanno troppi bla-bla e poche cose concrete. Questa è una cosa concreta. L’esperienza dimostra che l’agricoltura può diventare un volano di ricchezza per tutto il territorio, aldilà del puro reddito agricolo. Montalcino è una delle località più visitate della Toscana; la Francia agricola è un grande museo a cielo aperto, valorizzato da un marketing in grande stile.
Anche l’ortofrutta potrebbe dire la sua con i distretti delle mele in Trentino Alto Adige, le pere tra Modena e Ferrara, i giardini di arance in Sicilia, i radicchi in Veneto e così via. Qui l’economia agricola fa tutt’uno con storia, cultura, ambiente, tradizioni. C’è tanto lavoro da fare non solo sul marketing dei prodotti ma anche sul marketing territoriale, che si sposa a quello dei prodotti. E l’uno arricchisce l’altro. Tutti capitoli di un grande libro, quello della comunicazione dei valori dell’ortofrutta, ancora in gran parte da scrivere.
Lorenzo Frassoldati
direttore Corriere Ortofrutticolo
lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it
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