L’OP CAI è alla sua prima effettiva stagione agrumicola con il nuovo stabilimento ampliato operativo al cento per cento. E i risultati si vedono. La superficie dell’infrastruttura, situata nella sede dell’azienda, a Furci Siculo (Messina) è raddoppiata, passando da 6 mila a 12 mila metri quadri. Sono stati inseriti macchinari di ultima generazione e in particolare una calibratrice da 6 linee di selezione (prima erano quattro), con 6 pesatrici e 24 macchine dedicate al confezionamento (prima erano rispettivamente 3 e 12), e quindi raddoppiando di fatto la capacità di lavorazione dei prodotti.
“Questo considerevole potenziamento del magazzino, migliorato anche dal punto di vista tecnologico con strumenti di ultima generazione, ci ha consentito di abbattere i tempi di lavorazione anche del 50%”, affermano Salvatore e Carmelo Scarcella (nella foto), rispettivamente presidente e vice presidente dell’OP sicula, e Antonio Lo Conte, responsabile commerciale.
Grazie ai 180 associati che conferiscono all’organizzazione di produttori, OP CAI commercializza circa 12 mila tonnellate di limoni e 8 mila tonnellate di arance. Sul totale in media circa il 60% del prodotto è fresco, mentre il restante 40% viene trasformato.

Cambio di rotta della stagione, Spagna in sofferenza
Nel frattempo non mancano alcuni segnali positivi per la campagna di quest’anno, che dopo una partenza nella media, ha registrato un netto cambio di passo da febbraio. A causare il cambio di rotta sono state le problematiche riscontrate dalla Spagna, alle prese con il meteo non favorevole e la siccità che hanno condizionato buona parte della stagione. “Ad incidere è stata anche il negativo andamento della varietà Verna (dopo la varietà Fino, la seconda cultivar maggiormente coltivata in Spagna, ndr), su cui si sono avuti problemi di qualità e volumi scarsi”, osservano da CAI. “Tale situazione ha creato difficoltà tra i produttori spagnoli, che non hanno avuto modo di rifornire in maniera adeguata molti mercati europei, costringendo gli operatori ad aumentare i prezzi”. Questa situazione ha consentito ai limoni italiani, siciliani compresi, di trovare maggiore spazio sul mercato. “Una situazione inaspettata e ben diversa da quella dello scorso anno quando c’era una sovraproduzione che ha creato squilibri commerciali”.

In Sicilia i volumi di limoni quest’anno sono in leggero calo, “ma le quantità sono sufficienti per soddisfare le richieste. Grazie al nuovo magazzino”, sottolineano i vertici dell’impresa messinese, “i processi di selezione sono migliorati, garantendo elevati standard qualitativi. Siamo così riusciti a gestire il leggero incremento di scarti e merce destinata all’industria”. Si prevede che la stagione proceda con questi standard fino a fine maggio e comunque fino all’avvento della varietà Bianchetto e Verdello.
Bene anche l’export, che rappresenta il 35% del fatturato dell’OP, con Germania, Francia, Svizzera, Austria, Olanda e Polonia come principali Paesi di destinazione. “Le vendite sono vivaci e stanno proseguendo con regolarità. Siamo soddisfatti”.
Emanuele Zanini