OSSERVATORIO GDO, LE SFIDE DEL SETTORE VISTE DAI RETAILER

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Alcuni dei principali operatori della distribuzione italiana hanno commentato i risultati emersi dall’Osservatorio della Gdo italiana di Mediobanca.
“In Italia – ha affermato Maniele Tasca, direttore generale di Selex Gruppo Commerciale – l’eterogeneità degli attori del comparto si somma con quella dei territori. Noi la affrontiamo con specificità dei formati per adattarci ai territori in cui operiamo. Abbiamo la fortuna di aggregare famiglie imprenditoriali con una grande visione di medio e lungo termine e propensione agli investimenti. I nostri risultati sono stati positivi negli ultimi 4 anni, ma i dati possono essere impattati dall’inflazione. L’indicatore della redditività è quello più importante: se si comprime la capacità di generare quello che serve per investire allora non si cresce”.
Il punto di vista dei discount è stato presentato da Massimiliano Silvestri – presidente di Lidl Italia. “Lidl – ha spiegato – ha fatto della standardizzazione il proprio punto di forza, ma questo può essere rischioso. Il nostro merito è stato quello di aver portato i discount in Italia e di averlo fatto evolvere, per adeguarlo alle necessità del mercato italiano sia in termini di assortimento che delle infrastrutture. La nostra missione è garantire un ottimale rapporto qualità/prezzo ai nostri clienti. Per permettere a tutti di trovare la quadra nel bilancio familiare abbiamo dovuto fare scelte difficile, come rinunciare ai margini per guadagnare attrattività. Questo ci ha permesso di avere performance migliori in anni non facili. Ora attraverso la digitalizzazione e la conoscenza dei nostri clienti possiamo allocare in maniera più efficiente le risorse promozionali, indirizzandole su target specifici di clienti”.
Dal discount, alle cooperative. “Coop Italia – ha raccontato il direttore generale Domenico Brisigotti – sviluppa la politica nazionale e deve trovare modo di far convergere le visioni delle 6 cooperative aderenti. Oggi per il retail ci sono sfide nuove, che rendono necessari profili professionali diversi. Dobbiamo combinare la generazione del profitto, con l’attenuazione degli effetti negativi del profitto stesso. E’ un equilibrio che non si raggiunge mai del tutto. In generale credo che le imprese della distribuzione italiana vadano efficientate. Piccolo è bello, ma per fare industria servono dimensioni maggiori. Ci deve far riflettere il fatto che l’Italia non sia riuscita ad esprimere un retailer internazionale”.

Lo ha confermato Francesco Avanzini, direttore generale di Conad: “L’efficientamento è una strada obbligata – ha sostenuto – e la sfida della redditività si vince con la digitalizzazione. Negli ultimi 5 anni siamo stati sopraffatti da aspetti contingenti: il Covid, l’inflazione. Ora siamo in una fase di calma apparente, ma i cambiamenti demografici e sociali vanno seguiti e i nostri associati dovranno essere capaci di interpretarli. Dovremo soddisfare i bisogni di un Paese con una popolazione in cui non aumenterà il potere acquisto”.
“I modelli organizzativi della do – ha commentato Giovanni Arena, amministratore delegato di Gruppo Arena e presidente di Gruppo VéGé – sono diversi da quelli della gd e caratterizzati da maggiore dinamicità e vicinanza alle filiere produttivi. Lo scenario della distribuzione organizzata è ancora frammentato. E’ cresciuta la concentrazione, anche se non tale da fare gli investimenti necessari per stare al passo con le grandi aziende. Per me l’investimento migliore è quello di far crescere la redditività al metro quadro, che è un indice che consente di performare dal punto di vista economico e finanziario”.

Crai è un’azienda con modello federale – ha spiegato Giangiacomo Ibba, amministratore delegato di Crai Secom – che unisce oltre 1000 imprenditori in tutta Italia. Abbiamo portato i nostri soci a ragionare su un progetto di business comune con una visione di impresa. Nelle aziende dobbiamo predisporre il piano per il passaggio generazionale”.
Il tema è sentito soprattutto nelle aziende a gestione familiare, come Magazzini Gabrielli. “I valori e la storia dell’azienda – ha affermato la presidente Laura Gabrielli – diventano motori di crescita. La passione imprenditoriale, che si trasmette generazione dopo generazione, è un vantaggio competitivo. Di contro il tema del passaggio generazionale è una criticità, noi lo abbiamo gestito creando una holding di famiglia e accogliendo nel cda consiglieri indipendenti e manager esterni alla famiglia. La flessibilità e reattività sono essenziali per competere in un settore in evoluzione. Chi è nel retail deve essere capace di analizzare i propri dati, ma anche quello che accade nel mondo circostante”.

Elena Consonni

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