di Cristina Latessa
L’Insalata dell’Orto ed Evergreen Group lanciano il “Paniere Zero Residui” per valorizzare l’offerta in Gdo, puntando sulla forza di una rete destinata ulteriormente a crescere con l’adesione di altri operatori. Il Paniere Zero Residui intende inoltre rivolgersi con la massima chiarezza al consumatore, spesso disorientato e un po’ confuso nella scelta di prodotti che hanno come vessillo comune la sostenibilità ma nell’ambito di diverse pratiche agronomiche. La presentazione ufficiale del progetto è avvenuta a Fruit Logistica a Berlino, dove Marco Pacifico, amministratore delegato di Evergreen Group e presidente della rete d’imprese Paniere Zero Residui, e Sara Menin, responsabile nuovi progetti, marketing e comunicazione de L’Insalata dell’Orto, nonché membro del Comitato esecutivo della neonata rete, hanno alzato il sipario sul nuovo marchio. Un marchio che i consumatori vedranno a breve sugli scaffali. “Siamo pronti – ci ha detto Menin – abbiamo già dei distributori che ci danno l’opportunità di far partire il progetto”.
Paniere Zero Residui parte con 14 famiglie di prodotti: pomodoro, cocomero, frutti di bosco, zucca, carota, melone, agrumi (limoni, arance, clementine), radicchio, funghi, finocchio, fiori commestibili, baby leaf, insalate, zucchine. “Il grosso del paniere è rappresentato da prodotti di prima gamma confezionati – ci ha spiegato Menin – a cui si aggiungono le nostre referenze classiche di quarta gamma”. L’intenzione della rete di Paniere Zero Residui è inoltre quella di proporre al retail un’isola di punto vendita dedicata, dove il consumatore possa trovare tutti gli articoli del brand.
Il progetto conta sul crescente apprezzamento da parte dei consumatori del residuo zero. Come ha sottolineato Roberto Della Casa, direttore scientifico del Monitor Ortofrutta di AgroTer, negli ultimi cinque anni la percezione dei consumatori verso l’ortofrutta senza residui di prodotti fitosanitari è migliorata. Pensando al pomodoro, prodotto orticolo di riferimento, potendo scegliere un solo attributo garantito, chi fa la spesa propende nel 27% dei casi per “l’assenza di residui di pesticidi” (era il 22% nel 2018), opzione seconda solo al “gusto in linea con le mie aspettative” (38%) e davanti a provenienza (16%), tracciabilità di filiera (8%) e prezzo più basso a parità di qualità (7%). Inoltre, a parità di prezzo e qualità, una produzione in cui sia garantita l’assenza di residui di sostanze chimiche al momento della vendita è preferita dall’8,3% dei consumatori italiani (contro il 6,1% del 2019) e sono soprattutto le donne ad essere sensibili a questo aspetto (9,3%).
“Il consumatore cerca messaggi chiari e immediati, crediamo che il residuo zero sia una risposta valida, che possa promuovere una filiera sempre più sostenibile – hanno spiegato Pacifico e Menin – Crediamo nella creazione di un nuovo segmento di mercato che raccolga i prodotti ortofrutticoli che al momento della raccolta non hanno trattamenti chimici. Una nuova garanzia certificata da comunicare in modo sinergico al consumatore: per questo vogliamo fare squadra in primis tra i produttori, aggregando l’offerta, e poi lavorare assieme alla Gdo per aumentare la visibilità di questi prodotti al consumo. L’aggregazione dell’offerta è fondamentale per la costruzione di un paniere e per avere un impatto sulla GDO: in questo modo il distributore ha la possibilità di fare una politica commerciale specifica sul residuo zero”.
“Le aziende che fanno parte della rete – hanno aggiunto Pacifico e Menin – possono poi lavorare con obiettivi e strumenti comuni, parliamo di un’aggregazione lineare dell’operatività. In Italia il residuo zero è un’autocertificazione che il produttore può fare con l’ente che preferisce, seguendo le indicazioni che l’ente stesso fornisce. Noi come Paniere proponiamo uno step in più: oltre alla propria certificazione, un’impresa per entrare nel Paniere Zero Residui deve accettare il disciplinare interno, in modo da rendere uniformi gli standard e poter dare al consumatore la certezza di ciò che sta acquistando”.
Alla presentazione del Paniere Zero Residui è intervenuto anche Guglielmo Donadello di Legambiente, osservando come il progetto sia “uno step superiore rispetto alla grande attenzione alla sostenibilità che già caratterizza l’agricoltura italiana”.