Finalmente una buona notizia per le pere italiane. Sarebbe in dirittura d’arrivo il via libera al nostro export di pere in Cina. Le ultime ispezioni condotte dalle autorità di Pechino hanno dato esito positivo.
Lo rendono noto Coldiretti e Filiera Italia in occasione di Fruit Attraction Madrid. Si tratta di una svolta storica anche se cade in un anno di particolare sofferenza per la nostra produzione di pere con una grave carenza di prodotto.
Per Coldiretti e Filiera Italia il superamento di queste barriere fitosanitarie e l’apertura di mercati come la Cina è sempre stato un obiettivo prioritario fondamentale per la valorizzazione della produzione Made in Italy ma è importante che tali aperture debbano essere sempre più gestite in futuro a livello comunitario da parte della Commissione che tratta per tutti evitando che interventi selettivi di singoli Stati membri finiscano col trasformarsi in elementi di concorrenza tra Paesi dello stesso mercato unico europeo. Il risultato è frutto – dicono Coldiretti e Filiera Italia – “di una lunga ed impegnativa attività negoziale intrapresa dal 2017 che è stata portata a termine grazie all’impegno del Servizio Fitosanitario Nazionale in stretta collaborazione con gli operatori del settore e le rappresentanze diplomatiche dei due Paesi, sfruttando tutti gli strumenti che la tecnologia dell’informazione ha reso disponibili in questi ultimi anni per realizzare la visita tecnica in loco”.
Un passaggio importante per l’apertura di questo importante mercato ad un prodotto di punta del comparto agricolo nazionale e, in particolare, della Regione Emilia-Romagna duramente colpita dall’alluvione, che annovera una tradizione storica nella coltivazione di pere e costituisce, tuttora, la principale area di produzione di pere in Italia, con prodotti che possono fregiarsi del marchio di IGP. E’ fondamentale infatti che venga ripristinato e rilanciato il potenziale produttivo pericolo italiano, messo in grossa difficoltà negli ultimi anni da cimice asiatica, maculatura bruna, cambiamenti climatici e alluvioni. A causa dei danni provocati dai cambiamenti climatici – continua Coldiretti – “quest’anno sono sparite dai frutteti italiani oltre sei pere su dieci (-63%), tra grandine, alluvioni, caldo record e attacchi degli insetti alieni, con un effetto dirompente sul raccolto 2023 di frutta, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Prognosfruit rispetto allo scorso anno. Il risultato è un raccolto stimato in 187mila tonnellate, che potrebbe peraltro essere rivisto ulteriormente al ribasso con la perdita della leadership produttiva nell’Unione Europea, dove la produzione fa registrare un calo del 13% rispetto al 2022”. La conclusione del negoziato pone fine ad una anomalia con le pere cinesi Nashi che da tempo arrivano regolarmente nel nostro Paese ma consente anche – concludono Coldiretti e Filiera Italia – di iniziare a parlare di mele, perché i cinesi affrontano un dossier alla volta.