Segnali positivi dai principali porti asiatici, in cui si sta attenuando la congestione di navi negli scali, mentre nei porti statunitensi, dove vengono spedite buona parte delle merci, la situazione è ancora in evoluzione con il rischio che peggiori.
Il traffico totale di Shanghai-Ningbo è diminuito dello 0,2% in una settimana e il numero di navi di Hong Kong-Shenzhen è sceso del 10,4%, secondo un’analisi dei dati fornita da Bloomberg News. Singapore, il terzo più grande hub commerciale dell’Asia, ha visto un calo del 14,7% da una settimana all’altra.
Non si può ancora dire lo stesso per tutto il Pacifico, dato che le code di navi sono rimaste elevate a Los Angeles e Long Beach, in California. I livelli di congestione in quei porti sono aumentati del 6,7% rispetto alla settimana precedente.
Nei giorni scorsi almeno 75 navi porta container erano in attesa di ormeggiare per scaricare, registrando un calo del 32% nel numero di container fermi sulle banchine per più di nove giorni.
Il “passaggio di consegne” tra terra e mare rimane un problema per il più grande hub americano di container, dato che gli operatori logistici a terra non stanno raccogliendo i loro container abbastanza velocemente, mentre un flusso costante di navi arriva per scaricarne altri.
Gli USA hann affermato che il numero di container fermi nei porti di Los Angeles e Long Beach per più di nove giorni è sceso a 87.000 nella settimana terminata il 15 novembre, rispetto ai 127.000 del 1° novembre.
(fonte: Bloomberg; FreshFruitPortal)