La Procura di Bologna ha concluso la requisitoria del processo sul crac di Bio-on, la società di bioplastiche fallita a fine 2019, chiedendo al tribunale la condanna a dieci anni di reclusione per gli ex vertici, il presidente Marco Astorri e il suo vice Guido Cicognani.
Il pm Michele Martorelli e il procuratore aggiunto Francesco Caleca, come riporta l’Ansa, hanno chiesto poi otto anni per l’ex dg Vittorio Folla, sei per l’ex presidente del collegio dei sindaci Gianfranco Capodaglio, cinque anni per il direttore finanziario dell’epoca Pasquale Buonpensiere, quattro per il revisore Gianni Bendandi e per l‘ex consigliere Gianni Lorenzoni, tre anni e sei mesi per gli ex componenti del collegio dei sindaci Vittorio Agostini e Giuseppe Magni.
La pubblica accusa ha sottolineato come il dibattimento abbia restituito una prova piena di una macroscopica ed evidente violazione delle norme che regolavano la corretta gestione della società e del suo patrimonio. La storia di Bio-on, ha detto il pm Martorelli, dimostra che la gestione dissennata e criminale dell’impresa ha consentito agli imputati di raccogliere (o consentire che altri provvedessero) nel tempo liquidità dal mercato degli investitori, per un importo di circa 40 milioni, bruciata negli anni per far fronte alle spese correnti. In assenza di generazione di cassa, condizione finanziaria nota a tutti i protagonisti dei fatti, la società ha fatto ricorso, ha continuato il pm, a credito bancario, esponendosi in termini significativi anche verso i fornitori, arrivando, infine, a generare un passivo di oltre 60 milioni .Il danno provocato dalla condotta degli imputati ammonterebbe a molte centinaia di milioni di euro.