La Capitanata, il Barese, il Tarantino, il Salento. In Puglia, per l’ortofrutta, c’è di tutto e di più. Eppure, gli imprenditori più avveduti avvertono la necessità di un cambiamento. “Tra aggregazione e innovazione – afferma un giovane manager come Massimiliano Del Core, presidente della OP Pignataro e della Grape&Grape – è in gioco la partita della competitività”. Che in un territorio così vasto non riguarda la singola azienda ma un progetto d’insieme o almeno che abbracci i distretti produttivi che per la loro specializzazione non sono difficili da individuare. A questa logica può sfuggire solo qualcuna tra le aziende più grandi, che ha puntato carte importanti sulle partnership internazionali e che, in un certo senso, è meno pugliese delle altre.
Nicola Giuliano della Giuliano Srl, una delle tre aziende ortofrutticole di punta nella regione, dove ha tenuto ben salde le sue radici: “La Puglia dell’ortofrutta ha bisogno di svecchiare. Ha fatto un percorso con l’uva da tavola che ci ha portati ad avere le migliori varietà al mondo. Deve ripetersi con gli agrumi, le drupacee, gli ortaggi. Almeno il 50% della produzione regionale è da rinnovare. Ma servono gli incentivi, serve un premio a chi toglie i vecchi impianti e innova. Tante aziende vanno avanti ad ogni costo, portano a casa l’indispensabile ma non sono più competitive. In Puglia abbiamo la fortuna che si può produrre di tutto ma dobbiamo scegliere di lavorare nelle aree più vocate e nelle produzioni tipiche per fare solo qualità e superare il gap che ci divide dai concorrenti esteri a livello di costi. E’ un ragionamento che non vale solo qui ma per tutta Italia”.
Giacomo Suglia, vicepresidente di Fruitimprese, con delega per il Sud, e presidente di APEO, l’associazione che in Puglia raccoglie una settantina di aziende di produttori ed esportatori di ortofrutta: “Ci attendiamo più fatti dalle istituzioni. I tempi sono cambiati, la politica no, continua a mettere pezze senza un progetto serio. Vale un po’ per tutti i settori, anche per il nostro. Gli altri Paesi non sono fermi. Prendiamo la Grecia, ha fatto un’inversione di tendenza e adesso sta crescendo. Le potenzialità in Puglia ci sono tutte: professionalità ed esperienza, terreni eccezionali, clima adatto a molte produzioni e posizione geografica favorevole. Poi accadono annate strane come questa, con produzioni scarse e costi che crescono, e ci accorgiamo che manca un progetto d’insieme, una politica che dia risposte concrete”.
Ma quale può essere il progetto. Massimiliano Del Core dà una risposta: “Servono aggregazioni di filiera”. (a.f.)
Nel Corriere Ortofrutticolo di maggio, in distribuzione, un Primo Piano di 16 pagine dedicato all’ortofrutta pugliese e alle sue aziende.
Nella foto di apertura la vista panoramica sulla Capitanata, prima area italiana per la produzione di ortaggi a pieno campo