Prezzi alti ma resa notevolmente ridotta rispetto agli anni passati. Il radicchio rosso di Verona, di cui si celebra la festa questo fine settimana a Roveredo di Guà (Verona), vive una stagione anomala.
Da un lato, i produttori possono essere soddisfatti perché l’ortaggio è di buona qualità e viene valutato sul campo un euro al chilo, un prezzo che dà un po’ di respiro dopo anni di produzione quasi senza margini di guadagno. Dall’altro lato, però, si assiste all’ennesima mazzata sulla quantità, causata dalle bizzarrie del clima. L’eccessiva piovosità dei mesi di maggio e giugno, unita all’estrema aridità di luglio e agosto, proprio quando gli agricoltori hanno effettuato il trapianto delle piantine, ha determinato uno stress vegetativo che si è tradotto nella scarsa resa, come si spiega in un articolo sul giornale L’Arena.
Se già l’anno scorso la produzione aveva subito una diminuzione significativa, quest’anno il quantitativo ha subito un’ulteriore contrazione del 30 per cento sul 2023, e del 50 per cento rispetto agli anni precedenti. Fino a 10 anni fa si poteva arrivare a raccogliere 200 quintali per ettaro, quest’anno invece ci si deve accontentare di rimanere sotto i cento. Questa non è una buona notizia per i consumatori, che potrebbero veder impennare i prezzi quando le scorte di radicchio inizieranno ad assottigliarsi. Intanto, però, Roveredo dedica al suo prodotto agricolo principe, assieme alla patata dei terreni del Guà, la festa annuale, durante il periodo della raccolta della varietà tardiva, che andrà avanti per tutto il mese di gennaio.